Crocifisso Michelangelo: nuove ipotesi di reato per Balestrieri e Boccardelli
Il crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo e ritrovato il 7 marzo scorso in una cassetta di sicurezza dell’Eurocommercial Bank, è uscito e rientrato a San Marino almeno due volte e la sua provenienza non è chiara. Di qui le ipotesi di reato di esportazione illegale d’opera d’arte e ricettazione, formalizzate ad inizio agosto dal commissario della Legge Rita Vannucci agli indagati Angelo Boccardelli e Giorgio Hugo Balestrieri. Ipotesi di reato che si vanno ad aggiungere a quella iniziale di riciclaggio. Quanto basta per rafforzare il decreto di sequestro da parte della magistratura sammarinese e il diniego di consegnare l’opera alla procura di Torino che l’aveva richiesta sulla base di un’indagine parallela. Il collegio difensivo di Boccardelli e Balestrieri ribadisce, intanto, di aver prodotto la documentazione che ne attesta il legittimo possesso che se fosse accertato farebbe decadere il reato di riciclaggio e quello di ricettazione. Ma quel Crocifisso è davvero di Michelangelo? Dall’avvio dell’indagine non è stata eseguita alcuna perizia e quindi potrebbe trattarsi anche di un falso d’autore o di un cristo ligneo di epoca rinascimentale ma non di Michelangelo. Il mistero resta, intanto i titolari delle inchieste giudiziarie a San Marino e a Torino si vedranno in autunno per fare il punto della situazione e forse per disporre una perizia collegiale.
Luca Salvatori
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