Decollo Money, condannati gli ex vertici del Credito Sammarinese
Il filone sammarinese dell’inchiesta Decollo Money si chiude con la condanna degli ex vertici del Credito e 9 assoluzioni. Ad una prima analisi la sentenza del Commissario della Legge Gilberto Felici, con il quale è arrivata al primo grado di giudizio la vicenda del riciclaggio di 1 milione e 300 mila euro del ‘ndraghetista Vincenzo Barbieri (assassinato nel marzo 2011), recepisce una distinzione precisa di responsabilità. Lucio Amati, l’ex Presidente del Credito Sammarinese, è stato condannato a 4 anni e 2 mesi, l’ex direttore generale Valter Vendemini, colui che concretamente portò il borsone coi contanti da Bologna – dove Barbieri aveva obbligo di dimora- a San Marino, 4 anni e 4 mesi. Condannato a 3 anni, con diritto di non menzione, l‘ex responsabile antiriciclaggio Sandro Sapignoli.
Per lui il Procuratore del Fisco aveva chiesto 4 anni e 3 mesi così come per Davide Zoffoli, accusato dai coimputati di avere istruito la pratica Barbieri e che invece a sorpresa è stato assolto, a conferma dei famoso distinguo di cui si diceva. Assolti anche i due promoter del Credito, Domenico Macrì e Barbara Gabba, mentre i fratelli calabresi che li misero in contatto col Barbieri sono stati condannati: 4 anni a Domenico Lubiana e 2 al fratello Francesco Salvatore.
2 anni infine per il direttore dell’hotel dove l’esponente del clan Mancuso alloggiava, Raffello Bressi, che aveva delega sul conto al Credito e 2 per il genero di Barbieri, Giorgio Galiano. O per meglio dire l’ex genero, visto che nel frattempo il legame con la moglie è finito, travolto dalla lunghezza di un processo che ha messo alla prova vita professionale e privata. Anche sul costo umano hanno insistito le difese, in un rush finale caratterizzato da un costante ‘scaricabarile’, che ha provocato qualche tensione anche tra gli stessi avvocati.
Assolti tutti gli altri imputati, membri degli organismi della banca, del collegio sindacale e del cda, così come aveva chiesto la Procura Fiscale. Gli avvocati degli ex vertici del Credito attendono le motivazioni e annunciano appello. Intanto il filone italiano, che si inserisce in una delle inchieste più complesse degli ultimi anni e che ricostruisce il traffico della ‘ndrangheta verso l’italia e l’Europa, procede in Calabria: prossima udienza il 29 giugno.