Diddi, l'avvocato di Ercolani "Consiglierò al mio assistito di costituirsi ma porterò il caso alla CEDU"
La Cassazione chiude la vicenda Re Nero e conferma la condanna all'ex Presidente Asset
L'aggravante della transnazionalità ha retto anche l'ultimo grado di giudizio ed è forse questo il dato più rilevante nell'ultimo atto della vicenda “Re Nero”, delicato processo con al centro Asset banca, arrivato venerdì in Cassazione. Perché, in caso contrario, si sarebbe presumibilmente andati incontro ad una generalizzata prescrizione: risalgono ai primi giorni del 2008 le ordinanze di custodia cautelare per quei presunti fidi concessi da Banca di Credito e Risparmio di Romagna a imprenditori utilizzando fondi “ripuliti” da Asset.
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Ed invece la vicenda, che ebbe un peso rilevante nei rapporti tra Italia e San Marino, si conclude con la conferma della pesante condanna all'ex Presidente Stefano Ercolani, che la Corte d'appello di Bologna aveva rimodulato a 6 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione. Per il suo avvocato, il professore Alessandro Diddi,“si tratta di una sentenza profondamente ingiusta per le note violazioni processuali. Impossibile condannare una persona senza che la sua difesa abbia avuto la possibilità di ascoltare le intercettazioni nella loro integrità, in un procedimento in cui hanno avuto un tale peso da battezzarne il nome”.
Si dice pronto a portare avanti la battaglia davanti alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ed intanto consiglierà al suo assistito di costituirsi.
Per l'ex direttore Barbara Tabarrini, invece, la partita si riapre perché si ricelebrerà un nuovo processo d'appello, limitatamente all'imputazione di riciclaggio. Un nuovo processo si celebrerà anche per Corrado Albini, consigliere di Asset Banca, Valerio Abbondanza, socio fondatore di Banca di Credito e risparmio di Romagna e socio di Asset e per due dei tre cosiddetti dipendenti “spalloni”; coloro che prelevavano il denaro in Italia da clienti, per portarlo in Asset a San Marino: Alessandro Cervesato e Daniele Santarosa. Soddisfatto l'avvocato Stefano Pagliai, che ha difeso i due dipendenti: “È doveroso attendere le motivazioni per comprendere nel dettaglio quali tra i motivi proposti siano stati accolti- ha spiegato il legale- Per adesso non possiamo che essere soddisfatti dell' esito di ieri che ci consente di poter puntare ad una definitiva assoluzione ritornando in Corte di Appello la cui precedente sentenza, questo possiamo darlo per assodato, non era stata ben motivata quanto alla responsabilità dei miei assistiti”. Rigettato invece il ricorso del terzo dipendente “collettore”, Cristian Cicchetti, la cui condanna in appello era stata comunque rimodulata a due anni. L'avvocato Moreno Maresi, che in primo grado aveva difeso il commercialista sammarinese Stefano Venturini, poi assolto, ed in Appello Corrado Albini, esprime grande soddisfazione: in secondo grado di giudizio la pena è stata ridotta da 6 anni e 2 mesi a 2 anni e 4 mesi. “Ed ora si torna in Appello- dice- per la definitiva assoluzione”.
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