Disperso caccia F16: trovati frammenti di carbonio in mare
Si teme che "il guasto sia stato talmente improvviso e grave da non dare al pilota il tempo di reagire e di azionare il dispositivo che permette di eiettarsi, una volta accertato che l'aereo non può arrecare rischi per la popolazione". E' quanto ritengono fonti qualificate dell'aeroporto "Pagliano e Gori", che ha la giurisdizione sulle operazioni di volo della Base statunitense di Aviano. Questo elemento, con il passare delle ore, fa crescere la preoccupazione per le sorti del pilota dell'F16 statunitense precipitato ieri sera in Adriatico. Nella Base Usaf di Aviano, da dove il velivolo era decollato, c'è grande, comprensibile, apprensione. Alle ricerche partecipano anche militari partiti nella notte da Aviano, sia del 31° Fighter Wing, sia dell'Aeronautica militare italiana.
"La ricerca e i soccorsi del nostro pilota sono la nostra priorità". Così si è espresso oggi il colonnello David W. Walker, Comandante del 31/o Gruppo di base ad Aviano, al quale apparteneva l'aereo precipitato ieri sera in Adriatico, in una breve nota pubblicata oggi sul sito ufficiale della base, all' interno della quale tra militari e familiari vivono circa ottomila persone. "Vogliamo assicurare la famiglia e gli amici del pilota perduto che stiamo facendo di tutto" per trovarlo, prosegue l'ufficiale, annunciando che altre informazioni saranno fornite appena possibile. Nella nota si precisa che l'aereo apparteneva al 31/o Fighter Wing e che era "impegnato in una missione di addestramento sul mare Adriatico quando, intorno alle 20, la base ha perduto contatto con il pilota". Le ricerche sono cominciate subito da parte di aerei e navi italiani intorno al luogo dove era stata rilevata l'ultima posizione del velivolo. Ricerche e soccorsi sono condotti in modo coordinato con squadre italiane militari e civili. Il caccia non è stato ancora trovato e l'ipotesi più accreditata è quella che il velivolo sia caduto in mare.