Dritan Demiraj aveva un'accusa di tentato omicidio in Albania

Delitto di Mozzate ricco di colpi di scena, dopo l'omicidio della sua ex Lidia Nusdorfi e del nuovo compagno di lei Silvio Mannina, scompare anche il cugino albanese col quale il killer aveva avuto una lite furibonda, sempre per gelosia.
Per la grave lite col cugino, reo di aver avuto una breve relazione clandestina con la sua donna, Lidia Nusdorfi, il 29enne killer di Mozzate Dritan Demiraj era stato anche arrestato e, per sua stessa ammissione, accusato di tentato omicidio, segno che le lesioni procurate al cugino erano probabilmente di una certa entità. L'arresto però era durato pochissimo, 2-3 giorni, forse perché il comandante della caserma era suo amico di vecchia data. “Della scomparsa del cugino non dice nulla perché nulla gli è stato chiesto ufficialmente”, dice il suo avvocato difensore, Massimiliano Orrù, che aggiunge però che era stato proprio Dritan a parlare del cugino durante l'interrogatorio in carcere a Como: ha confermato di essere andato in Albania due volte, ad agosto e dicembre scorsi, dopo aver scoperto il tradimento, tra l'altro ammesso dalla sua stessa donna, che difatti aveva telefonato al cugino per dirgli “Non fare il bambino, assumiamoci le nostre responsabilità, ormai gliel'ho detto, confessa anche tu”. Forse sarà inviata anche una rogatoria in Albania. Nel frattempo Dritan è tornato in carcere a Como, dopo aver aiutato gli inquirenti a ritrovare il corpo di Silvio Mannina, il nuovo compagno della sua ex Lidia, al lago Azzurro di Sant'Ermete di Romagna, dove il killer ha confessato di averlo ucciso, 24 ore prima di uccidere Lidia alla stazione di Mozzate. Per questo secondo omicidio è in attesa della nuova ordinanza di custodia cautelare e dunque del nuovo interrogatorio di garanzia. Dritan per l'omicidio di Mannina ha chiamato in causa anche la sua ultima donna, Monica Sanchi, dicendo che l'avrebbe aiutato a seppellirlo, e che anzi lei gli aveva recuperato la pala a casa sua. Ma esclude la presenza di altre persone. Perquisizioni sono state compiute in casa e nell'auto di proprietà di Monica Sanchi: i carabinieri per il momento hanno sequestrato solo una sorta di diario-opuscolo della Sanchi e la fotocopia della lettera che questa aveva scritto a Demiraj in carcere, nella quale gli avrebbe chiesto di dire la verità. Intanto è stata autorizzata la perizia psichiatrica richiesta dalla difesa di Demiraj e che sarà eseguita dal perito di parte Alessandro Meluzzi.

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