Non c'erano preti e neppure fanfare all'ultimo saluto di Primo Grassi, storico amministratore e pioniere del turismo emiliano romagnolo. Nessun corteo ma tanti amici, quelli che lo hanno affiancato nei tanti anni ma anche chi lo ha contestato. Tutti uniti da un grande rispetto e una profonda stima per un uomo che ha dedicato la sua vita a perseguire, con estrema lucidità, un obiettivo ben preciso, un progetto di sviluppo di un'area come quella emiliano romagnola, poggiato sul turismo, sulla capacità di offrire ospitalità. Innovativo, mai legato a schemi o appartenenze, Primo Grassi si è spento nella notte di venerdì. Se n'è andato in silenzio e ha voluto che l'ultimo saluto fosse “laico e pragmatico” ha detto il figlio Fabio, così com'era lui. Alla breve cerimonia era presente il premio Nobel Dario Fo, accompagnato dal figlio Jacopo; l'ex CT della Nazionale, Azeglio Vicini, lo scrittore Luca Goldoni, gli ex sindaci della città e il primo cittadino in carica, Roberto Buda, ma anche i vertici del turismo, come l'assessore regionali Melucci, il presidente dell'Enit, Andrea Babbi, la presidente dell'Apt servizi, Liviana Zanetti e tante altre personalità. Tutti uniti dall'affetto per Primo Grassi e la sua famiglia. Un saluto che hanno voluto manifestare con un lungo e caloroso applauso. L'ultimo per un uomo che ne aveva ricevuti tanti.
Sergio Barducci
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