Fallimento Fellini: le prime risposte degli indagati di Aeradria

Fallimento Fellini: le prime risposte degli indagati di Aeradria.
Nell'inchiesta sul crac Aeradria, la società che ha gestito fino al novembre del 2013 l'aeroporto "Federico Fellini" di Miramare, è stato il giorno delle difese nei primi tre interrogatori di garanzia. Davanti al gip del Tribunale di Rimini, ieri è stato il turno dell'ex presidente Massimo Masini, del commercialista della società controllata Air, Santo Pansica e di Fabio Rosolen dipendente di Rdr srl. Tutti e tre colpiti da obbligo di dimora nel comune di residenza. La svolta nell'inchiesta, che vede iscritti nel registro degli indagati 34 persone, è arrivata la scorsa settimana quando il nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle di Rimini ha notificato a 9 degli indagati sequestri preventivi per un totale di 34 milioni di euro. L'obbligo di dimora è stato emesso solo per 5; per Masini, per il vice presidente Massimo Vannucci, per il presidente della società collegata Air, Alessandro Giorgetti, Pansica e Rosolen. Giorgetti e Vannucci verranno interrogati oggi. Intanto, sia Masini che Pansica e Rosolen hanno risposto alle domande del gip e dei pubblici ministeri Paolo Gengarelli e Luca Bertuzzi. "Ho risposto a tutte le domande, ha detto Masini che si è detto tranquillo. Difeso dall'avvocato Ceserina Mitaritonna del Foro di Bologna, l'ex numero uno di Aeradria ha parlato soprattutto della gestione tecnica della società, della strategia "vuoto-per-pieno" e dei finanziamenti pubblici. Secondo Masini, la situazione si sarebbe potuta riprendere se la società fosse stata ammessa al concordato preventivo. Pur ammettendo lo svantaggio economico del "vuoto per pieno", ossia l'acquisto di biglietti dalle compagnie aeree poi rivenduti sotto costo per avvantaggiare i pacchetti hotel, Masini ha ribadito la convinzione che il finanziamento pubblico entro certi limiti era possibile. Anche Pansica, difeso da Alessandro Catrani del Foro di Rimini ha risposto alle domande davanti al giudice confermando quanto reso negli interrogatori precedenti davanti alla Gdf. Rosolen, difeso dall'avvocato Liana Lotti, ha ribadito il suo ruolo di semplice dipendente di Rdr. Nell'ambito dell'inchiesta che si avvia ad una conclusione veloce, la scorsa settimana la Gdf ha notificato sequestri preventivi da 749mila per ciascuno dei 9 indagati eccellenti iscritti per l'ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla truffa delle erogazioni pubbliche, che sono il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ex sindaco Alberto Ravaioli, agli ex presidenti provincia, Stefano Vitali e Nando Fabbri, al presiedente Fiera, Lorenzo Cagnoni, e a Manlio Maggiori ex presidente della camera di commercio riminese. A Masini, Vannucci e Giorgetti oltre ai sequestri da 749 mila euro si aggiunge quello derivante dal profitto delle bancarotte di 3 società, di circa 9 milioni e mezzo.

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