Femminicidio Rimini: il 47enne era impiegato in un mobilificio sammarinese

Il bimbo è stato affidato ai nonni materni. Sull'episodio interviene il Comune

Femminicidio Rimini: il 47enne era impiegato in un mobilificio sammarinese.

Si chiama Simone Benedetto Vultaggio, il 47enne arrestato a Rimini con l'accusa di aver ucciso Cristina Peroni, convivente e madre del figlio di appena 6 mesi. L'uomo era magazziniere in un mobilificio di San Marino.

Secondo il medico legale, a cui il procuratore Luca Bertuzzi ha chiesto una prima analisi autoptica, Vultaggio avrebbe sferrato circa trenta coltellate di cui una alla giugulare della compagna. Inoltre il magistrato ha disposto i test tossicologici su Vultaggio per capire se fosse o meno sotto l'effetto di qualche sostanza quando ieri mattina ha ucciso la convivente con il figlio di 6 mesi nella stanza accanto. Secondo gli investigatori sarebbe quindi il coltello l'arma del delitto e il gran numero di coltellate spiegherebbero il perché l'assassino era tutto imbrattato di sangue. Il mattarello dunque dovrebbe essere servito solo per stordire la donna.

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Al momento dell'arrivo degli agenti, l'uomo era seduto nella sala da pranzo, mentre la donna era riversa in terra in una pozza di sangue all'interno della camera da letto. Nella sua cameretta il bimbo di pochi mesi piangeva disperato. È stato affidato alle cure dei nonni materni.

Gli investigatori della squadra mobile della questura di Rimini rimangono in attesa che il killer dia la sua versione dei fatti. Vultaggio non ha ancora raccontato alcunché: le sue dichiarazioni sono solo quelle date ai vicini di casa subito dopo il delitto in cui rassicurava che al figlio non aveva fatto del male. E alla polizia a cui avrebbe detto "non me lo faceva prendere in braccio". In casa di Vultaggio inoltre i poliziotti hanno trovato dei proiettili di pistola per una sorta di pistola artigianale oltre alle armi del delitto.

Sull'episodio interviene anche il Comune di Rimini che esprime cordoglio per la tragedia, la terza in meno di tre mesi, ed in una nota stampa ricorda i centri a cui è possibile rivolgersi:  Rompi il Silenzio, Casa delle donne, ed  il servizio nazionale 1522 "Donne non siete sole" 

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