Firenze: accusati di riciclaggio passando per San Marino. Annullate le condanne
La vicenda trae origine da un'indagine effettuata dalla guardia di finanza e coordinata dal pm Paolo Barlucchi che aveva portato a contestare molteplici reati a carico del consulente finanziario: reati fiscali, tra cui l'utilizzo di fatture false ed omessa presentazione di molteplici dichiarazioni dei redditi, uno di truffa aggravata, un tentato riciclaggio e un riciclaggio consumato. Il consulente, infatti, si era adoperato per far rientrare, attraverso una triangolazione con San Marino, cospicue somme di denaro, giacenti in Svizzera, appartenenti ad una famiglia dell'hinterland fiorentino che era stata presentata al consulente da un magistrato attualmente in servizio fuori dalla Toscana. Nei rapporti erano sorti dissapori sulle modalità di svolgimento dell'incarico (per il quale il consulente aveva percepito somme consistenti a titolo di acconto) tanto che la famiglia fece un esposto per truffa da cui è scaturita l'inchiesta per cui sia il tribunale di Firenze, sia la corte di appello avevano condannato nel merito i due fratelli. In pratica il consulente si era attivato per far rientrare in Italia una somma di oltre 600.000 euro proveniente da conti correnti svizzeri, attraverso un conto corrente acceso presso il Credito Sammarinese.
Il fratello del consulente era invece stato condannato per riciclaggio non per aver materialmente effettuato le operazioni di rientro dei capitali sopra indicati, ma più semplicemente per aver compiuto operazioni finalizzate ad ostacolare l'identificazione della provenienza delittuosa del denaro da San Marino e ciò attraverso l'intestazione fittizia di quote di alcune società. Prescritti i reati di truffa e tentato riciclaggio contestati al fratello 52enne, mentre è divenuta definitiva la condanna per parte dei reati tributari contestati.