Fratello e sorella in causa per 110mila euro di eredità: lei condannata per appropriazione indebita
La condanna è stata patteggiata su proposta della difesa dell'imputata. In un altro processo 52enne condannato per evasione fiscale di 34mila euro
Su fronti opposti sorella e fratello. Lei era accusata di appropriazione indebita perché alla morte del padre prelevò 110mila euro dal conto corrente del genitore che in realtà avrebbero dovuto essere inclusi nell'eredità. Dopo le verifiche del caso il fratello se n'è accorto e le ha fatto causa rifiutando la proposta di ritirarla, in cambio della metà della somma. La difesa della donna ha proposto il patteggiamento che è stato accolto dalla Pf Ugolini e anche dal giudice Morsiani e il processo si è concluso con una condanna a 4 mesi di prigionia, 300 euro di multa e 16 mesi di interdizione. Concessa la sospensione condizionale. La difesa del fratello ha già preannunciato una causa civile per ottenere un congruo risarcimento.
Nel secondo processo finito a sentenza, un 52enne di Verucchio è stato condannato per evasione fiscale. Subentrato nell'ottobre 2014 come amministratore di una società che vendeva auto usate, nell'anno successivo non presentò la dichiarazione dei redditi. Da un accertamento sintetico l'Ufficio Tributario ha stimato un'imposta evasa di 34 mila euro, già iscritta a ruolo per la riscossione. L'uomo è stato condannato a 6 mesi di prigionia e 600 euro di multa, con la sospensione condizionale. Il Pf Cesarini aveva richiesto una pena lievemente più severa.. L'avvocato difensore dell'imputato, che aveva chiesto l'assoluzione o la prescrizione, presenterà ricorso in appello. Il giudice Morsiani, sulla scorta dei nuovi elementi emersi, ha disposto anche il rinvio in istruttoria per accertare eventuali responsabilità del precedente amministratore della società, la cui posizione era stata archiviata.
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