Gabriele Gatti sulla lettera inviata al pm Di Vizio: "Mettevo in risalto il contrasto tra le istituzioni e Mario Fantini"

Ieri a Forlì nuova udienza preliminare, davanti al Gup Alessandro Trinci, del processo Varano. A fine gennaio il giudice deciderà sul rinvio a giudizio, chiesto dalla Procura, di 29 persone, tra cui gli ex vertici di Cassa di Risparmio, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e all'abusivismo bancario, false comunicazioni a Bankitalia e ostacolo all'organismo di vigilanza. Il pm Fabio Di Vizio sostiene l'accusa, per lui il controllo di Cassa di Risparmio su Delta era abusivo e ieri ha ritirato fuori una comunicazione che gli inviò l'ex segretario di Stato Gabriele Gatti, secondo lui la prova del suo teorema accusatorio. “Volevo mettere in rilievo – ci ha detto Gabriele Gatti – il contrasto sorto tra l'allora direttore Carisp Mario Fantini da una parte e Banca centrale e le istituzioni dall'altra, circa l'investimento della Cassa in Delta”. Nella holding bolognese Fantini aveva inserito propri uomini, e secondo Di Vizio è una prova del controllo di Carisp. Controllo che, si è saputo poi, si è tradotto in 2 miliardi e 700 milioni: l'intera raccolta diretta di Cassa di Risparmio investita in Delta, oltretutto in periodo di scudo fiscale, per cui i risparmiatori italiani erano corsi a ritirare i propri denari. Conseguenza? La liquidità di Cassa quasi azzerata. Nella documentazione consegnata da Gatti a Di Vizio, c'era la lettera inviata da Fantini agli allora segretari di Stato Stolfi e Macina, con lo schema Delta, per dimostrare che aiutare il progetto significava aiutare Carisp. Per Di Vizio, la prova inconfutabile del controllo della Cassa su Delta: in sintesi, Gatti avrebbe fornito prove alla Procura di Forlì.

Francesca Biliotti

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