GdF: sequestri per 2,5 mln frutto di investimenti dalla camorra
Le persone "proposte": si tratta di tre fratelli della famiglia Lanna, in costante contatto con gli zii materni, appartenenti al clan camorristico “Abate” di San Giorgio a Cremano. Oltre al solido legame con la criminalità campana il Nucleo Tributario della Guardia di Finanza, diretto dal maggiore Marco Antonucci, ha accertato caratteristiche finanziarie dominate da una forte sproporzione tra reddito dichiarato e soldi investiti. Ogni nucleo familiare, circa 10 famiglie sorvegliate, dichiarava ogni anno circa 15 mila euro ma sosteneva spese per almeno 800 mila euro per l'esercizio delle loro imprese alberghiere. Rilevata anche la pericolosità sociale dei soggetti.
Nel video l'intervista a Mario Venceslai, comandante Guardia Finanza Rimini e Alfonso Terribile, Questore.
Sara Bucci
E sulla questione il prefetto di Rimini sottolinea come la piena collaborazione istituzionale in contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore turistico comincia a dare i primi risultati. Frutto del protocollo per la sviluppo e la legalità sottoscritto da prefettura e diverse amministrazioni locali. Come quella di Rimini. "Qua non si passa", commenta il sindaco Gnassi, soddisfatto per il risultato dello scambio di informazioni, segnalazioni e attività sospette tra istituzioni, attraverso il lavoro del Comitato di Ordine Pubblico e Sicurezza. Si unisce al coro il presidente della provincia, Vitali: "l'operazione di oggi scopre definitivamente e ufficialmente il velo anche su un certo modo di intendere la "ragion di stato". Gli elementi investigativi emersi dimostrano che il problema c'è e non da ora. Il segretario della Cgil Rimini ricorda gli allarmi lanciati quasi quotidianamente dal sindacato. "E' urgente - conclude Urbinati, che il prefetto convochi un tavolo per poter affrontare questi temi anche con le forze sociali".