Giornata mondiale contro l'uso dei bambini soldato. A San Marino un concerto di beneficenza
Niente giochi, niente scuola , niente affetti per loro. La scelta è tra uccidere o essere uccisi. Negli ultimi dieci anni i bambini sfruttati come soldati sono aumentati del 75%, per arrivare a un totale di 250mila minorenni arruolati nel mondo. La Somalia, secondo l'Onu, è uno dei Paesi più coinvolti, con 1700 giovanissimi sfruttati. In Congo tra il 2008 e il 2019 sono stati reclutati oltre 2500 bambini. La pratica è molto diffusa, tra gli altri, in Afghanistan, Yemen, Sud Sudan. La pandemia ha poi accresciuto i reclutamenti anche in Colombia, Mali e Burkina Faso. In occasione del “Red hand day”, giornata istituita dall'Onu, Papa Francesco ha rivolto un pensiero ai bambini soldato su Twitter: “Sono derubati della loro infanzia, della loro innocenza, del loro futuro, tante volte della loro vita. Ognuno di loro è un grido che sale a Dio e che accusa gli adulti che hanno messo le armi nelle loro piccole mani”. I baby-soldati infatti sono sottoposti a continue violenze: torture, uccisioni, uso di droghe per eliminare il dolore o la paura, gravidanze indesiderate. In Congo i ragazzini sono usati molte volte come scudi umani durante il conflitto. Lì è difficile trovare qualcosa da mangiare, un posto per dormire e l'assistenza medica non c'è. E proprio ai bambini del Congo è destinata la raccolta fondi organizzata dalla Fondazione Silvana Arbia con un concerto, che ha avuto luogo oggi al Santuario Cuore Immacolato di Maria a Valdragone. A esibirsi il baritono Luca Grassi, con Leonardo Di Luigi al violino e Padre Armando Pierucci all'organo. "Il nostro progetto - racconta Alba Baredi, presidente della fondazione Silvana Arbia - è destinato ai bambini congolesi, nella zona del Kasai, che vivono nella foresta ma ora possono studiare grazie alle sei aule che abbiamo allestito, con il supporto di un prete che si trova là. Questa raccolta fondi serve a pagare i maestri che insegnano ai 400 ragazzi che frequentano la scuola".
Nel video l'intervista ad Alba Baredi, presidente della fondazione Silvana Arbia
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