Giovane violento, ferito dal patrigno: dramma umano e familiare che invita a riflettere

E' stato trasferito ieri mattina in una struttura psichiatrica di Fano, il 18enne di Serravalle sottoposto a TSO, trattamento sanitario obbligatorio, dopo aver aggredito - in due occasioni, tra sabato e lunedì scorsi - i familiari, un gendarme e un paio di agenti delle Guardie di Rocca. Il caso aveva da subito destato scalpore, anche per l'utilizzo del taser da parte della Gendarmeria per immobilizzare il ragazzo in preda a raptus. Due giorni fa, nelle fasi più concitate dell'ultima lite domestica, il giovane è stato invece ferito ad una gamba, per fortuna lievemente, da un colpo d'arma da fuoco sparato dal patrigno, un 53enne sammarinese, con una pistola calibro 22 legalmente detenuta. Tuttavia i colpi sparati sarebbero stati due, in base alle prime ricostruzioni. L'uomo, che ha dichiarato agli inquirenti di aver colpito accidentalmente il ragazzo, è stato denunciato a piede libero per lesioni. Al di là della involontarietà o meno del gesto - saranno gli inquirenti ad appurarlo - drammi umani e familiari del genere invitano a riflettere: dalla difficoltà di gestire in casa la convivenza con soggetti problematici, alle cause scatenanti forti impulsi di violenza in un giovanissimo.
Con tutte le dovute differenze, non è il primo episodio sul Titano in cui viene sparato un colpo d'arma da fuoco durante una lite tra le mura domestiche: tra i più recenti, quello di un padre che per impaurire il figlio ha esploso, senza conseguenze, un colpo di fucile a Faetano, cui si aggiunge il più eclatante caso Ravezzi, sfociato in tragedia nel 2002. Nel video l'intervista alla psicologa, Laura Corbelli

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