Gli ex commissari Asset Banca: "I referenti in Banca Centrale erano inadeguati. Pressioni e ostracismo"
Pedrizzi e Dispinzeri si dimisero a poco più di un mese dall'assunzione dell'incarico
Sentiti come testimoni, uno di seguito all'altro, i commissari straordinari di Asset Banca, Giuseppe Pedrizzi e Vincenzo Dispinzeri, hanno fornito versioni concordanti, circa le ragioni delle loro dimissioni dall'incarico, ad aprile 2017, a poco più di un mese dall'assunzione dello stesso. Entrambi hanno riferito di aver constatato l'inadeguatezza dei loro referenti in Banca Centrale - e cioè l'allora direttore Savorelli e i membri del coordinamento di Vigilanza Siotto e Sommella – e di aver deciso di lasciare perché la situazione avrebbe potuto mettere a rischio la loro stessa reputazione. “Ci accorgemmo – ha dichiarato Pedrizzi – che stavano tentando di ribaltare le responsabilità su di noi”. Riferite pressioni provenienti da Banca Centrale, per esempio, affinché i due commissari rassicurassero i fondi pensione sull'investimento in Asset, ma anche per telefonare al Segretario alle Finanze, per spiegargli perché era opportuno fare certe cose. Pressioni a cui i due commissari non cedettero. Dispinzeri ha parlato di un clima di ostracismo da parte di Banca Centrale che non rispose mai alle proposte che i due commissari fecero per fronteggiare il problema della liquidità 'compromessa' che si stava rapidamente esaurendo, ad un ritmo medio di 800mila euro al giorno. Per entrambi i commissari non era neppure da escludersi la convocazione di una assemblea dei soci di Asset per la ricapitalizzazione, ma questa sarebbe stata possibile solo con numeri certi di cui non disponevano. Dispinzeri ha anche detto che, prima del commissariamento di Asset, un suo conoscente che lavorava per un noto operatore internazionale del settore finanziario, gli presentò Francesco Confuorti e gli venne detto che aveva un incarico governativo per San Marino. Nell'udienza odierna anche la testimonianza dell'avvocato Pietro Rossi che ebbe un ruolo nella preparazione di una due diligence 'legale' su Banca Cis, all'epoca in cui Ali Turki stava valutandone l'acquisto, mai concluso. Il committente iniziale era Confuorti, che vantava – ha affermato il teste – amicizie utili ad accelerare la pratica di compravendita della Banca ma emersero contrasti e divergenze sulla necessità di una 'due diligenze' finanziaria: il rapporto si interruppe e lo studio dell'avvocato Rossi avvio una collaborazione direttamente con Ali Turki.