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Immigrazione clandestina: Cc individuano 'tesorieri' nel riminese

12 feb 2015
Immigrazione clandestina: Cc individuano 'tesorieri' nel riminese
Immigrazione clandestina: Cc individuano 'tesorieri' nel riminese
I carabinieri del Nucleo informativo di Rimini hanno scovato altri due bengalesi residenti in Italia che fungevano da "tesorieri" di un'organizzazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Uno dei due uomini risiede a Cattolica, l'altro, attualmente latitante, è gravato da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il sodalizio criminale era già stato individuato dai militari nel 2010 quando, grazie all'operazione "Flow connection", avevano dimostrato come l'organizzazione avesse favorito l'immigrazione clandestina a scopo di lucro di 1.478 stranieri provenienti da paesi extra Cee. Gli accertamenti della Dda di Bologna hanno fatto emergere la disponibilità diretta e indiretta di beni mobili e immobili, un tenore di vita molto elevato dei due soggetti rispetto a quanto facessero apparire. Gli investigatori hanno tracciato flussi di denaro verso paesi asiatici e mediorientali costituenti presumibilmente proventi e reimpiego dell'attività di favoreggiamento di immigrazione clandestina e dell'introduzione in Italia di prodotti con marchi contraffatti. Quest'ultimo reato ha portato al sequestro di beni (imprese e veicoli) per un valore superiore a 800mila euro.
In particolare, tra il 2007 e il 2009, le imprese (fabbricazione e vendita al dettaglio di bigiotteria, vendita di abbigliamento e accessori, attività di "money transfer") hanno prodotto un volume di affari di quasi 600mila euro e un reddito di impresa netto di 200mila euro. Per effettuare i trasferimenti all'estero i due tesorieri avevano aperto un conto corrente in una finanziaria in Bangladesh dove sono stati registrati versamenti di denaro in contante per oltre 5.500.000 euro, trasferimenti di 3.700.000 euro in un conto di un'azienda con sede a Hong Kong che a sua volta aveva attivato un conto nella stessa finanziaria dal quale erano stati effettuati e ricevuti bonifici per 19.600.000 euro in entrata e 6.500.000 euro in uscita. In forma residuale usavano i propri conti correnti e quelli di prestanome. I trasferimenti potevano apparire come compravendita per attività commerciali ma il successivo riscontro all'Agenzia delle Entrate e delle dogane ha dimostrato che si trattava di operazioni fittizie. Tra il 2007 e il 2009 (in concomitanza con l'operatività dell'associazione investigata) si sono registrati flussi di denaro per 2.500.000 euro.

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