Inchiesta Mose, Claudia Minutillo: "Galan e Chisso sollecitavano le false fatture della Bmc di San Marino"

La “zarina”, com'è stata ribattezzata, Claudia Minutillo, tutto sapeva sul sistema della “cricca” degli appalti legati al Mose e accusa Galan di aver sollecitato le false fatturazioni della Bmc di San Marino.
L'ex segretaria di Giancarlo Galan ed ex compagna di William Colombelli, già console a disposizione di San Marino, molto ha detto sulla cosiddetta tangentopoli veneta. Dalle carte della prima operazione Chalet, ora confluite nella nuova maxi inchiesta, ci sono pagine e pagine di interrogatori e intercettazioni della Minutillo, che dopo aver lasciato l'ufficio dell'ex presidente Galan in Regione, si era messa in proprio, a capo dell'Adria Infrastrutture, società in realtà controllata dal gruppo Mantovani. E proprio grazie a questa società avrebbe fatto il salto di qualità conquistando appalti regionali che le sarebbero arrivati grazie ai buoni uffici dell'ex assessore Renato Chisso, Forza Italia, braccio destro di Galan. Centrale il ruolo della BMC di San Marino, che prima di finire nella black list e divenire quindi inutilizzabile, come ha rivelato negli interrogatori Nicolò Buson, ex ad della Mantovani, eseguiva operazioni che creavano fondi neri all'estero, poi destinati a pagamenti di tipo corruttivo. La BMC fu poi sostituita da altre società come Eracle e Linktobe. Non è tutto. Sempre dagli interrogatori, riportati nelle oltre 700 pagine dell'ordinanza, la Minutillo ha riferito che i politici Chisso e Galan non solo erano consapevoli del fatto che i soldi che arrivavano loro derivavano dalle false fatturazioni della Bmc Broker di Colombelli, ma che anzi erano loro stessi a sollecitarle, per conseguire le somme che si aspettavano dal Gruppo Mantovani. Intanto il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, ai domiciliari per la maxi-inchiesta, è rimasto 45 minuti dal gip rilasciando dichiarazioni spontanee dichiarandosi estraneo ai fatti.

FB

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