Inchiesta “Vulcano”. Zavoli potrebbe costituirsi spontaneamente in Italia
Il 18esimo che doveva essere arrestato dai carabinieri del Ros era il sammarinese Roberto Zavoli, che secondo gli inquirenti almeno fino a giugno 2009 collaborava attivamente con Francesco Vallefuoco, a capo dell'associazione di tipo mafioso dedita all'estorsione e all'usura, tramite la copertura legale di agenzie di recupero crediti, la Ises srl e Ises Italia srl. L'arresto non è stato eseguito proprio perché Zavoli è a San Marino: secondo i suoi legali, avvocato Caroli del Foro di Rimini e il sammarinese Luca Della Balda, non è escluso che decida di costituirsi spontaneamente in Italia. “D'altra parte – ci ha detto l'avvocato Caroli – lui si era già presentato spontaneamente al pm di Bologna Cieri per essere ascoltato quando esplose la prima indagine Vulcano, e anche stavolta vuole essere interrogato e chiarire la sua posizione, dopo l'esecuzione dell'ordinanza, dunque dopo l'arresto”. Anche l'avvocato Livio Bacciocchi si trova a San Marino, ma la sua posizione in questa indagine è diversa: “Gli consiglierò di costituirsi parte civile – ha detto l'avvocato Carlo Biagioli – perché in questa seconda inchiesta è parte lesa”, ha aggiunto, riferendosi all'estorsione da 100mila euro subìta da Bacciocchi e dalla moglie Monica Fantini. Il notaio sammarinese, a gennaio, dovrà comparire davanti al Gup di Bologna, che ha disposto un incidente probatorio, perché chiamato in causa nella prima indagine di un paio di anni fa. Se le accuse saranno confermate andrà in giudizio, altrimenti per lui il caso Vulcano si concluderà.
Francesca Biliotti
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