Indignazione postuma ed empatia social: una riflessione dopo il caso dell'ambulante ucciso, nell'indifferenza generale, a Civitanova Marche
Il Sindaco riceve la vedova, il Comune si accollerà le spese del funerale. L'omicida in carcere chiede scusa.
E' diventato un caso nazionale l'omicidio di Alika Ogorchukwu, l'ambulante disabile nigeriano di 39 anni massacrato per futili motivi dal 32enne Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, nel centro di Civitanova Marche. Tramortito con una stampella, finito a mani nude quando era ormai a terra. Mentre intorno nessuno interveniva e qualcuno addirittura filmava quell'agonia durata 4 minuti. Un'indifferenza che ha scatenato una raffica di reazioni, anche politiche. Abbiamo raccolto una riflessione che andasse al di là dell'indignazione postuma e all'empatia social. “Da una parte - spiega lo psicologo e psicoterapeuta Christian Cursi - c'è un blocco comprensibile davanti ad un episodio di violenza. Ma filmarlo significa rinunciare alla propria umanità, diventare un semplice spettatore, attraverso un cellulare ed il suo potere dissociativo” E mentre l'omicida in carcere chiede scusa, gli inquirenti, nel corso di una conferenza stampa, assicurano che saranno visionati i video e ascoltati i testimoni per chiarire la dinamica. Sarà il comune a farsi carico delle spese del funerale di Alika.
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