Potrebbe tornare a Rimini in una struttura sanitaria per la riabilitazione con un permesso di soggiorno per motivi di salute, Dritan Demiraj, il cittadino albanese che tra il 28 febbraio e il primo marzo del 2014 uccise l'ex fidanzata, Lidia Nusdurfi e il nuovo compagno, Silvio Mannina: omicidi per cui la Corte d'Assise lo aveva condannato all'ergastolo. Una sentenza che la Corte d'Appello aveva poi 'cancellato' poiché l'uomo era finito in un stato vegetativo in seguito ad una aggressione da parte di un altro detenuto nel carcere di Parma dove attendeva proprio l'appello a Bologna che non aveva potuto sostenere. E' quanto riporta la stampa locale riminese. Demiraj - scrivono i quotidiani - è da tempo in cura, dopo il pestaggio subito in carcere, all'Ospedale di Parma dove era giunto in coma per i colpi subiti alla testa violenti al punto da ridurlo in uno stato vegetativo. Tanto da decretarne l'incapacità a affrontare il processo d'Appello e la Corte a pronunciarsi per il non luogo a procedere. L'uomo, si è pian piano ripreso, ora riesce quasi a nutrirsi da solo, riconosce le persone e parla anche se le sue condizioni mentali sono quelle di un bambino e non ricorda nulla di quanto successo: le cure ospedaliere non sono più necessarie mentre serve attività di riabilitazione. Che potrebbe svolgere in una struttura riminese, 'Luce sul Mare', presentando al nosocomio ducale un permesso di soggiorno per motivi di salute di cui è sprovvisto ma che potrà essere richiesto da un amministratore di sostegno da nominare. Il legale delle parti civili, sentito dai quotidiani riminesi, ha spiegato di restare in attesa di valutare le condizioni effettive della salute mentale di Demiraj e chiedere la riapertura del processo in caso riprendesse le sue capacità.
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