La CSdL piange la scomparsa di Carlos Mauriaca, storico funzionario della Confederazione
"Un uomo di sinistra con una visione forse anche utopica, ma che poteva raccontare come si generano le idee e come sia possibile poi realizzarle" scrive Libera
Ieri è morto Carlos Mauriaca, storico funzionario della Confederazione del Lavoro e della CSU. Si è spento a 77 anni. Era ricoverato da qualche giorno all'Ospedale di Stato. "Lo ricordiamo con grande commozione", ha scritto il Segretario CSdL Tamagnini ai famigliari: "Tutti noi abbiamo instaurato un rapporto forte e speciale con Carlos, per la sua grande sensibilità, la sua simpatia e il suo carattere estremamente schietto e cordiale. Nella sua lunga militanza nella Confederazione del Lavoro come funzionario a tempo pieno, ma anche negli anni successivi in cui non ha mai fatto venire meno il suo legame con la Confederazione, lo abbiamo apprezzato per le sue qualità umane, per il suo forte senso di giustizia sociale e per il suo grande acume intellettuale. "Carlos ha scritto una pagina molto significativa nella storia della Confederazione; è stato un importante funzionario, con ruoli di responsabilità, nell'Ufficio Studi e formazione della CSdL e per diversi anni anche per la Centrale Sindacale Unitaria. Oltre a ciò nella CSdL era incaricato delle relazioni internazionali.
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Di nazionalità cilena, Carlos, era arrivato a San Marino dopo il colpo di stato in Cile dell'11 settembre 1973. Nel Governo Allende Carlos Mauriaca aveva lavorato alla riforma agraria; era stato capo di gabinetto del Ministero dell'economia, e al momento del colpo di stato ricopriva il ruolo di capo di gabinetto del Ministero delle finanze e del tesoro. Nei giorni del golpe, trovò rifugio nell'Ambasciata italiana, raggiungendo successivamente l'Italia assieme alla famiglia.
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Fu accolto con i famigliari nel 1974 a San Marino, in cui si era formato un comitato di solidarietà promosso dalle organizzazioni sindacali e formato da tutti i partiti. Il Segretario Tamagnini ha ricordato questo suo percorso di vita: "Il suo bagaglio di storia, così importante e significativo dal punto di vista della lotta per la democrazia in ogni parte del mondo, ha rappresentato una grande ricchezza per la nostra organizzazione, e uno stimolo costante ad impegnarci per difendere e rafforzare i diritti democratici, sociali e sindacali. Carlos, che assieme alle famiglia ha subito in prima persona la brutalità e l'estrema violenza della dittatura, ha saputo essere un portavoce dei valori supremi di libertà, giustizia e democrazia anche nel nostro paese".
"Carlos ripagò questa accoglienza con spiccata intelligenza, mettendo a disposizione le capacità di organizzatore di risorse umane" ricorda Libera: "Il suo lavoro fu anche quello di formare i giovani approfondendo problematiche sociali ed economiche seguendo due basilari principi: il rispetto delle Istituzioni (le battaglie si affrontano nella sfera delle regole democratiche), la tutela del bene comune (rifiuto del populismo e affermazione del principio dell’interesse pubblico). Un uomo di sinistra con una visione forse anche utopica, ma che poteva raccontare come si generano le idee e come sia possibile poi realizzarle, avendo vissuto l’entusiasmo del governo di Unidad Popular dove si stava costruendo un modello di società reale basata sulle utopie del ‘900. Una figura completa quella di Carlos in cui si incarnano la razionalità scientifica dell’organizzazione sociale e l’umanesimo che muove i sentimenti di un intero popolo".