ll "blitz" in Carisp non fu un blitz: assolti dall'accusa di violenza privata il Segretario Ciavatta (che dovrà rispondere solo di ingiuria) e il segretario politico di Rete, Emanuele Santi
Il Pf: "La politica stia fuori dalle aule giudiziarie"
"Dopo tre anni giustizia è fatta". Nel video la soddisfazione del Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta, al termine di una lunga udienza che ha messo la parola fine ai fatti in Cassa di Risparmio e ad un processo segnato dalla remissione di querela da parte di Carisp; l'attuale Segretario, consigliere di Rete all'epoca dei fatti, doveva rispondere di violenza privata per quanto avvenne il 30 maggio del 2018, insieme ad Emanuele Santi.
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“In un aula di tribunale contano solo i fatti” ha esordito il Procuratore del Fisco, riferendosi ad un rilevanza mediatica dovuta al ruolo che ricopre attualmente l'imputato ed alla necessità di tenere fuori la politica. In quel giorno di maggio di due anni e mezzo fa i due consiglieri di Rete si recarono in Cassa, mentre era in corso il Cda, una volta venuti a conoscenza delle voci circa il riconoscimento della tutela legale da parte di Carisp al membro Andrea Rosa, per querelare Elena Tonnini (procedimento che si è concluso recentemente con l'assoluzione dell'attuale segretario agli Interni). Dopo un'accesa discussione Rosa decise di rinunciare alla tutela legale: secondo la difesa nessuna minaccia lo avrebbe indotto, mentre la parte civile ha sostenuto che comportamenti ed azioni furono violenti.
Lo stesso Procuratore del Fisco tuttavia ha chiesto l'assoluzione per entrambi per la violenza privata e per istigazione a delinquere, di cui doveva rispondere il solo Ciavatta per una post su Facebook. Richieste che il commissario della Legge Roberto Battaglino ha accolto, assolvendo entrambi con formula piena. “Rispetto la sentenza ma non sono soddisfatto - ha dichiarato Andrea Rosa - mai avrei deciso di rinunciare alla tutela legale se non avessi ricevuto intimidazioni, le prove sono sulle carte. In questo modo si assecondano determinati comportamenti, per portare avanti le proprie istanze”. Il Segretario Ciavatta è stato condannato per ingiuria nei confronti dell'allora consigliere Stefano Spadoni, che in un post dissentì da quel gesto. La risposta di Ciavatta “aveva solo volontà di offendere” ha detto il Procuratore del Fisco. Il commissario della Legge Roberto Battaglino ha condannato a 500 euro di multa il Segretario, fissando una provvisionale da 2mila.
Nel video l'intervista a Roberto Ciavatta, Segretario di Stato alla Sanità
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