Nelle prime ore di stamane, gli investigatori delle Squadre Mobili di Latina e Roma e del Servizio Centrale Operativo hanno dato esecuzione ad una misura cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, nei confronti di 25 persone, ritenute responsabili a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, violenza privata, favoreggiamento, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reati elettorali, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
Sono state eseguite anche numerosissime perquisizioni con l´impiego di unità cinofile e sofisticate strumentazioni per l´individuazione di anfratti per nascondere armi e stupefacenti.
Oltre 250 gli uomini della Polizia di Stato impegnati
Per la prima volta in territorio pontino viene riconosciuta l´esistenza di una associazione mafiosa autoctona, non legata a gruppi criminali siciliani, calabresi o campani. L´inchiesta, che si è avvalsa anche delle dichiarazioni del primo collaboratore di Giustizia di quel territorio, ha ricostruito lorganigramma e le numerosissime attività illecite di un agguerrito gruppo criminale, individuato in un ramo della nota famiglia Rom dei Di Silvio.
Tra i destinatari della misura cautelare 7 donne, una delle quali figura tra i vertici del clan.
Il gruppo ha evidenziato una struttura solidissima a geometria variabile, imperniata cioè non soltanto sui legami familiari, bensì alimentata con l´innesto di criminali già affermati.
Gestivano estorsioni e un vasto traffico di stupefacenti.
Le indagini hanno fatto emergere anche molti casi di compravendita di voti in occasione dello stesso periodo elettorale, in cui esponenti del clan hanno costretto, dietro minaccia, numerosi tossicodipendenti ad esprimere la propria preferenza in favore di alcuni candidati alle elezioni comunali di Latina, ricevendo in cambio un compenso in denaro da parte dei committenti ovvero di loro intermediari.
Sono state eseguite anche numerosissime perquisizioni con l´impiego di unità cinofile e sofisticate strumentazioni per l´individuazione di anfratti per nascondere armi e stupefacenti.
Oltre 250 gli uomini della Polizia di Stato impegnati
Per la prima volta in territorio pontino viene riconosciuta l´esistenza di una associazione mafiosa autoctona, non legata a gruppi criminali siciliani, calabresi o campani. L´inchiesta, che si è avvalsa anche delle dichiarazioni del primo collaboratore di Giustizia di quel territorio, ha ricostruito lorganigramma e le numerosissime attività illecite di un agguerrito gruppo criminale, individuato in un ramo della nota famiglia Rom dei Di Silvio.
Tra i destinatari della misura cautelare 7 donne, una delle quali figura tra i vertici del clan.
Il gruppo ha evidenziato una struttura solidissima a geometria variabile, imperniata cioè non soltanto sui legami familiari, bensì alimentata con l´innesto di criminali già affermati.
Gestivano estorsioni e un vasto traffico di stupefacenti.
Le indagini hanno fatto emergere anche molti casi di compravendita di voti in occasione dello stesso periodo elettorale, in cui esponenti del clan hanno costretto, dietro minaccia, numerosi tossicodipendenti ad esprimere la propria preferenza in favore di alcuni candidati alle elezioni comunali di Latina, ricevendo in cambio un compenso in denaro da parte dei committenti ovvero di loro intermediari.
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