L'inchiesta del pm Henry John Woodcock ordinava la cattura di 13 persone, tra cui Vittorio Emanuele di Savoia, che rimase in carcere 7 giorni poi passò alcuni mesi ai domiciliari. Accuse decadute tre anni fa. La vicenda giudiziaria, esplosa nell'estate 2006, ebbe grande risonanza mediatica: l'accusa chiamava in causa anche San Marino e in particolare il Credito Sammarinese, banca della famiglia Amati, indicata dal pm come il terminale di un flusso di denaro di almeno 3 milioni di euro di asserita provenienza illecita. A carico di Mario Amati, peraltro erroneamente indicato nell'ordinanza come direttore della banca, la grave imputazione di riciclaggio in concorso con altri tre italiani, Carlo Arrighini, Gian Nicolino Narducci e Pier Luigi Vitalini. Sono state rese note in questi giorni, ha comunicato l'avvocato Alessandro Petrillo, le motivazioni con cui il Gup del tribunale di Potenza, lo scorso 27 marzo, ha assolto Mario Amati dal reato di riciclaggio perché il fatto non sussiste. Di quel denaro, insomma, non è mai stata trovata traccia, “e il tenore dell'imputazione – conclude l'avvocato – alla fine si è rivelato solo il frutto di una vaga ed inconsistente illazione”.
Francesca Biliotti
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