CASO TITOLI

Mazzeo (ex Bcsm): "L'FMI mi chiese di predisporre un piano B"

Il rischio corso da San Marino rievocato in aula, nel corso delle ultime udienze del Processo Titoli

Il processo che vede gli ex vertici di Banca Centrale imputati a vario titolo per i tre filoni di inchiesta relativi ai titoli Demeter, il rinnovo del finanziamento a Banca Cis e la liquidazione di Asset Banca, arriverà a sentenza nelle prime settimane di luglio. Il giudice Vico Valentini, nel ravvisare ragione di urgenza anche per il rischio prescrizione di alcuni fatti, ha respinto l'istanza che chiedeva di non sacrificare le ferie giudiziarie ed ha tirato dritto.

Nel pomeriggio sono stati ascoltati alcuni imputati che hanno rievocato il particolare clima in cui si svolsero i fatti oggetti del processo. Ugo Granata membro del Covig di Bcsm dal 2016 al 2018, che stese la relazione presentata a Moretti sull'ispezione Asset, poi interrotto perché era in corso un Asset quality reviews, ha rievocato in aula le gravi irregolarità nella gestione della banca, le perdite del patrimonio, il mancato rispetto delle disposizioni della vigilanza, l’immutatezza informale del ruolo dei vertici - condannati in Italia per riciclaggio internazionale, nonostante una disposizione di BCSM chiedesse il contrario.

In merito all'altro filone “Nessun favore a banca Cis, analogo sostegno venne assicurato alla Cassa di Risparmio di San Marino in una situazione ben più critica” ha detto,  negando ogni partecipazione a qualsiasi tipo di complotto e rievocando gli scenari di fragilità bancaria di allora sui quali si è soffermato a lungo Raffaele Mazzeo, che fu membro del Covig di Bcsm nel 2018, impegnato soprattutto - ha rievocato in Aula- a riconquistare la fiducia del Fondo Monetario Internazionale.

Su questo aspetto, che a suo parere finora non è emerso, si è dilungato a lungo e per fare comprendere l'opprimente situazione che il Paese stata vivendo (ma anche il rischio); ha rivelato di avere ricevo una e mail riservata – nel luglio 2018 - da FMI “che mi chiedeva- ha detto Mazzeo - di mettere in piedi un piano B, che prevedesse l'approvazione di un decreto legge, la chiusura degli sportelli, una prelievo minimo consentito ai cittadini, l'allertamento delle forze dell'ordine”.

Una sorta di piano di salvataggio interno, un po' quello che successe in Grecia. Una dichiarazione lunga e articolata, con la quale si è difeso su quanto gli è contestato nel procedimento, soffermandosi al contempo anche su cosa invece- a suo dire- manca: l'analisi dell'impatto, per esempio. Fondamentale nelle operazioni oggetto del procedimento. Per il caso Ali Turki per esempio: “rifiutare la proposta di investimento avrebbe esposto Banca centrale a ricorsi certi".

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