A Milano il processo d'appello conferma la condanna di primo grado per Livio Bacciocchi
5 anni e mezzo di reclusione: il secondo grado conferma la dura condanna del tribunale di Milano. Regge l'impianto accusatorio, che ha visto infliggere e confermare pene molto più pesanti di quelle chieste dal pubblico ministero. Ricordiamo i fatti: l'indagine partì nel 2008 da Terni e l'accusa, per il notaio sammarinese, è concorso in bancarotta fraudolenta. Livio Bacciocchi avrebbe aiutato l'imprenditore di Terni, Marco Moroni- arrestato nel dicembre 2008- a trasferire denaro da una società italiana di telefonia ad un passo dal fallimento – Il Punto- ad una di comodo sammarinese, la “Colmo”srl. Da qui i soldi tramite assegni affluivano alla Fincapital che eseguiva operazione di sconto per un valore pari ai titoli, decurtato di un 20 per cento: la provvigione pretesa da Bacciocchi, come sostenne Moroni, che causò il primo arresto -nel febbraio 2011- del 'dominus' Finacapital. Un dissesto finanziario che la Guardia di Finanza quantificò in 10 milioni di euro. Gli importi scontati tornavano poi – secondo le Fiamme Gialle- sui conti bancari sammarinesi della società di comodo e venivano recuperati in contanti da Moroni. La difesa di Bacciocchi non commenta. Lo studio legale bolognese Sabattini, che lo segue in questa vicenda giudiziaria, si limita ad annunciare il prossimo ricorso in Cassazione
Sara Bucci
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