La ditta cartiera, pur non disponendo di alcuna struttura, di magazzini, personale o attrezzatura, emetteva a richiesta dei 'clienti' fatture per importi anche di centinaia di migliaia di euro fingendo la fornitura di merci o servizi in vari settori merceologici, come rottami ferrosi, semilavorati plastici, materiale di carpenteria metallica, servizi di pulizia e manodopera edile. Per dare ulteriore credibilità alle fatture emesse e ai rapporti commerciali fittizi, i clienti provvedevano anche al regolare pagamento delle stesse fatture, mediante l'emissione di assegni bancari o con bonifici bancari. Una volta accreditati gli importi, l'emettitore delle false fatturazioni provvedeva al tempestivo prelevamento del controvalore in contanti, per la successiva restituzione ai clienti, al netto del compenso concordato per il 'servizio', solitamente pari all'importo dell' iva indicata nella fattura. Il responsabile dell'emissione delle false fatture e tutti gli utilizzatori, ricorda la GdF, richiano la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni.
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