Molfetta: maxi truffa di 150 mln per nuovo porto, indagato Azzollini
L'area destinata al nuovo porto commerciale di Molfetta viene sottoposta a sequestro nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta maxitruffa da 150 milioni, per la quale vengono arrestati un funzionario e un imprenditore. Nell'indagine sono indagate, a vario titolo, oltre 60 persone. Tra gli indagati anche il presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, sen.Antonio Azzollini (Pdl). Le indagini, coordinate dalla procura di Trani, hanno accertato che per la realizzazione della diga foranea e del nuovo porto commerciale di Molfetta è stato veicolato in favore del Comune, all'epoca dei fatti guidato da Antonio Azzollini, un ingente 'fiume' di danaro pubblico: oltre 147 milioni di euro, 82 milioni dei quali sino ad ora ottenuti dall' ente comunale, a fronte di un'opera il cui costo iniziale era previsto in 72 milioni di euro. L'opera (appaltata nell'aprile del 2007 con consegna lavori nel marzo 2008) non solo non è stata finora realizzata a causa della presenza sul fondale antistante il porto di migliaia di ordigni bellici, ma non vi è neppure la possibilità che i lavori possano concludersi nei termini previsti dal contratto di appalto assegnato ad un'Ati composta da tre grandi aziende italiane: Cmc (capofila), Sidra e Impresa Cidonio. Secondo l'accusa, dal Comune di Molfetta, pur sapendo dal 2005 (circa due anni prima dell'affidamento dell'appalto) che i fondali interessati dai lavori erano impraticabili per la presenza degli ordigni, hanno attestato falsamente che l'area sottomarina erano accessibile. In questo modo si è consentita illegittimamente la sopravvivenza dell'appalto e l'arrivo di nuovi fondi pubblici, sono state fatte perizie di variante ed è stata stipulata nel febbraio 2010 una transazione da 7,8 milioni di euro con l'Ati appaltatrice.
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