Mons. Turazzi: "il martirio dei cristiani iracheni"

"Questo è ancora nulla. Siamo solo all'inizio. Abbiamo utilizzato solo una minima parte delle forze che abbiamo a nostra disposizione. Voi non potete neppure immaginare quanto siamo forti". E' l'avvertimento di Haji Othman, l'uomo dell'Isis che i cristiani fuggiti da Mosul descrivono come rappresentante del Califfato per i rapporti con le comunità non musulmane, in un'intervista al Corriere della Sera. Ai cristiani che vorrebbero tornare alle loro case di Mosul e nella piana di Ninive Othman dice "che possono tornare, saranno i benvenuti. Ma a una condizione: che si convertano all'Islam. Allora li accoglieremo da fratelli". Se vogliono restare cristiani, "allora devono pagare la Jeziah", una tassa imposta alle minoranze non islamiche. La Lega Araba condanna le violenze dello Stato islamico in Iraq, bollate come crimini contro l'umanità. Sono oltre 100.000 i cristiani costretti a fuggire dalle proprie case mentre ieri si è diffusa la notizia del massacro di almeno 500 Yazdidi a Sinjar, dove molte vittime "sono state sepolte vive" dagli integralisti. Il Vescovo di San Marino-Montefeltro, chiede una accorata preghiera e una coraggiosa protesta per le persecuzioni in atto contro i cristiani. "Non possiamo assistere indifferenti a questa clamorosa ingiustizia- scrive Andrea Turazzi- Abbiamo sentito l’intervento appassionato e pieno di dolore di Papa Francesco. Cristiani buttati fuori dalle loro case, spogliati di tutti i loro beni - continua il Vescovo- privati dei loro diritti e quindi della possibilità della sopravvivenza, e tutto questo semplicemente a causa della loro fede. Non possiamo-conclude il Vescovo - non chiamare quanto accade con il nome di martirio ad onore dei nostri fratelli e sorelle; ma quanto accade risuona pubblicamente anche come appello alla solidarietà o biasimo per la nostra eventuale indifferenza”.

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