Mose: la reiterazione del reato alla base del no alle richieste della difesa di Galan
La sezione dei riesame del tribunale di Venezia, presieduta da Angelo Risi, nella parte finale della motivazione scrive che in questa fase "solo la misura massima è in grado di determinare la cessazione di qualunque possibilità di reiterazione". "I fatti sono gravissimi, reiterati e perduranti nel tempo - è detto poco prima riguardo alla misura da adottarsi nei confronti dell'indagato -, le esigenze cautelari di eccezionale gravità e quindi tali da imporre, nell'immediatezza, l'applicazione di una misura che costituisca ed integri una effettiva, netta, reale e definitiva cesura dall'ambiente in cui sono maturati i fatti". "Esigenza - è detto ancora - che gli arresti domiciliari non sono in grado di garantire, preso atto della vasta ragnatela di interessi complicità e colpevoli connivenze che hanno accompagnato il Galan nell'intera vicenda". Secondo il collegio del riesame, le condizioni fisiche dell'ex governatore "non sono tali da integrare una condizione di incompatibilità con il regime carcerario come comprovato dal fatto che la misura massima gli è stata applicata dopo la sua dismissione dall'ospedale in cui era ricoverato. Le residue esigenze di cura sono già state tutelate con il suo inserimento in una struttura medico carceraria in grado di garantirgli una costante attenzione".