Tutto nasce da una udienza a Forlì che, secondo Asset banca, non avrebbe dovuto avere eco, perché nulla è stato deciso: né il rinvio a giudizio, né l’eventuale archiviazione. Eppure, si legge in una nota, certe non notizie sembrano venir veicolate con un intento preciso, altrimenti non si spiegherebbe la violenza riservata a persone che hanno storie e famiglie e neppure il voler far diventare a tutti costi una ipotesi accusatoria, una sentenza di condanna. Asset banca torna anche sulla celebre frase “sono il re del nero” estrapolata dalle intercettazioni telefoniche e, sottolinea, spacciata come una sorte di autoaccusa. Se qualcuno si fosse preso la briga di approfondire, precisa, si sarebbe reso conto di essere completamente fuori strada. C’era una volta, si legge, un presidente di banca che amava il colore nero per la sua eleganza. Lo aveva scelto per i bancomat, le carte di credito, le pubblicità, i cioccolatini, le penne e le matite. E questo, sottolinea Asset banca, era effettivamente il nero a cui faceva riferimento nel corso della telefonata. L’unico fatto concreto, aggiunge, è che rispetto a ieri o a qualche mese fa, dal tribunale di Forlì non c’è nessuna novità. Asset banca è una realtà solida che da lavoro a numerose famiglie e contribuisce allo sviluppo economico e culturale della Repubblica. Merita rispetto, conclude la nota, quel rispetto riservato a tutte le persone oneste che ogni giorno si rimboccano le maniche e lavorano duramente perché sentono la responsabilità della famiglia e della collettività.
Sonia Tura
Sonia Tura
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