No triv, no air gun: in Riviera si mobilitano le 15 associazioni della rete 'SOS Adriatico Rimini'
“Stop alla deriva petrolifera in Adriatico e all’utilizzo dell’air gun; sì a politiche comuni di qualità ambientale e di gestione economica sostenibile”. La rete di associazioni pro energie rinnovabili 'SOS Adriatico Rimini' ha organizzato un flash mob a Marina centro, aderendo all'iniziativa nazionale che ha coinvolto, oltre all'Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. Obiettivo del presidio green riminese: sensibilizzare contro la prospettiva delle trivellazioni in mare per la ricerca di petrolio e gas e sui rischi e i danni causati dalla tecnica dell'air gun all'intero ecosistema marino. Tecnica che consiste nello sparare sotto il pelo d’acqua una bolla d’aria che colpisce il fondale, cosicché il suono riflesso viene captato ed offre una mappa precisa di ciò che c’è sotto la crosta. “Una modalità di prospezione dunque – rimarcano le associazioni - estremamente dannosa per la fauna marina, aprendo buchi di zooplancton”. “A preoccupare – aggiungono - è poi la conseguente attività di estrazione di metano o altri idrocarburi che seguirà alla fase di perforazione del sottosuolo marino, tra le cause principali – come sappiamo - della subsidenza, ossia l'abbassamento del territorio costiero. Rimini – ricordano - è sprofondata negli ultimi 55 anni di 70 cm, con la conseguente perdita di spiaggia che ne deriva”. Presente anche il sindaco di Cattolica, Mariano Gennari, in prima linea contro il progetto “Bianca -Luisella” - si legge sul Carlino - per l'installazione di una nuova piattaforma che prevede 8 nuovi pozzi e la realizzazione di 3 condotte per il trasporto di gas nello specchio di mare tra Emilia Romagna e Marche.
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