Lo storico della scrittura Armando Petrucci si è spento lunedì scorso a Pisa. Aveva 86 anni.
Paleografo e medievista italiano è stato uno dei massimi studiosi italiani. Fra i suoi interessi principali la storia della scrittura e del libro, la storia dell'alfabetismo, la storia delle biblioteche e dell'erudizione.
Nato nel 1932 Petrucci è stato archivista di stato e conservatore dei manoscritti nell'Accademia dei Lince e Corsiniana. Aveva insegnato presso la Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell'Università di Roma ed era diventato professore di Paleografia e Diplomatica all'Università di Salerno e a "La Sapienza" di Roma.
Dal 1991 insegnava alla Scuola Normale di Pisa, come professore ordinario di Paoleografia Latina. Vi era rimasto fino alla pensione con la carica di professore emerito.
Nel suo articolo sul "Corriere della Sera" Luciano Canfora ha ricordato le sue dimissioni da membro della Medieval Academy of America per le sue "convinzioni politiche" e la "stessa coscienza" che gli impedivano di continuare ad avere rapporti con l'America Ufficiale.
"Armando Petrucci", scrive Canfora, era "non soltanto uno dei maggiori storici della civiltà scrittoria, ma anche una coscienza civile di rara coerenza. Virtù in estinzione".
Paleografo e medievista italiano è stato uno dei massimi studiosi italiani. Fra i suoi interessi principali la storia della scrittura e del libro, la storia dell'alfabetismo, la storia delle biblioteche e dell'erudizione.
Nato nel 1932 Petrucci è stato archivista di stato e conservatore dei manoscritti nell'Accademia dei Lince e Corsiniana. Aveva insegnato presso la Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell'Università di Roma ed era diventato professore di Paleografia e Diplomatica all'Università di Salerno e a "La Sapienza" di Roma.
Dal 1991 insegnava alla Scuola Normale di Pisa, come professore ordinario di Paoleografia Latina. Vi era rimasto fino alla pensione con la carica di professore emerito.
Nel suo articolo sul "Corriere della Sera" Luciano Canfora ha ricordato le sue dimissioni da membro della Medieval Academy of America per le sue "convinzioni politiche" e la "stessa coscienza" che gli impedivano di continuare ad avere rapporti con l'America Ufficiale.
"Armando Petrucci", scrive Canfora, era "non soltanto uno dei maggiori storici della civiltà scrittoria, ma anche una coscienza civile di rara coerenza. Virtù in estinzione".
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