4 ore davanti al procuratore Giovagnoli per raccontare uno scenario solo a tratti credibile. Mario Scaramella avrebbe indicato in Alvaro Selva, che lo ascoltava, il vertice di un'organizzazione criminale, con diramazioni "russe", avente come obiettivo fare arrivare a San Marino tanto uranio da poter costruire una bomba atomica. Furono Claudio Podeschi e Fiorenzo Stolfi, all'epoca dei fatti ministri sammarinesi, ha ricordato Scaramella, ad esternare in un incontro a Roma preoccupazioni relative alla sicurezza del Titano, definendolo anche uomo politico influente. "Mi descrissero quali erano le maggiori preoccupazioni delle stato sammarinese", ha detto l’ex consulente, che ha fatto notare come il Titano quasi non avesse rapporti con gli Usa. Un ritratto oscuro dell’avvocato sammarinese gli sarebbe stato fatto anche da Gabriele Gatti, tanto che gli suggerì di esternare i suoi timori in una lettera da consegnare all’ambasciatore d’Italia. Scaramella però non ha ammesso di aver fatto per primo il nome di Selva alla giustizia. "Il presidente della commissione Mitrokin, il senatore Paolo Guzzanti – ha raccontato - mi disse di riferire alle locali Procure competenti e così feci". Tesi che sarà messa a confronto con quella dello stesso senatore italiano, nella prossima udienza il 7 novembre.
Giovanna bartolucci
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