18 gli indagati colpiti da custodia cautelare, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura e tentato sequestro di persona. Sono i nomi già noti da almeno un paio d'anni grazie alla prima operazione Vulcano. Il Gip di Bologna ha agito su richiesta della Procura distrettuale Antimafia attraverso i carabinieri del Ros, con interventi a Rimini, Prato, Napoli, Caserta. L'associazione capeggiata da Francesco Vallefuoco si era radicata in Emilia Romagna dal 2006 ed estorceva denaro a imprenditori e commercianti, con violenze e minacce. Alcuni, per sottrarsi alle vessazioni, giungevano a meditare il suicidio, altri lo hanno tentato, altri ancora hanno cessato le loro attività. Quest'ultimo filone è partito dal tentato sequestro di persona ai danni di un ristoratore di Rolo, Reggio Emilia. L'organizzazione si era inserita nei circuiti bancari e finanziari di San Marino ottenendo linee di credito per moltiplicare gli introiti e riciclare proventi di attività illecite. Al centro la Fincapital di Livio Bacciocchi, mentre il sammarinese Roberto Zavoli, almeno fino a giugno 2009, era collaboratore attivo di Vallefuoco. Quest'ultimo era ben radicato a San Marino, in una intercettazione si vantava di avere ben 9 appartamenti in Repubblica. L'ordinanza parla dell'estorsione subìta da Bacciocchi e da sua moglie Monica Fantini: da anni risultavano coinvolti in operazioni di riciclaggio, ma il 31 marzo 2009 erano stati costretti a consegnare 100mila euro per evitare ritorsioni. E' una realtà con cui l'Emilia Romagna ora deve fare i conti. Nel video l'intervista a Roberto Alfonso procuratore Repubblica Bologna)
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