Operazione Machiavelli. A San Marino ancora non totalmente evasa la rogatoria

La magistratura riminese, nella persona del pm di Rimini Bertuzzi che ha condotto l'inchiesta assieme a Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane, spera di ritrovare alcuni dei beni dei coinvolti nell'operazione a San Marino: ed è questo infatti che richiede la rogatoria inviata alla magistratura sammarinese, giunta non molto tempo fa, assieme all'acquisizione di documenti societari. La collaborazione non richiederebbe però verifiche su conti correnti bancari. “San Marino ha dato disponibilità a collaborare – sono state le parole del sostituto procuratore – e anche la segreteria all'Industria ha fatto la sua parte, chiudendo alcune società”. In realtà, come ha comunicato poi la stessa segreteria, le società indicate dagli inquirenti come quelle che si prestavano alla frode perpetrata dall'associazione per delinquere capitanata da Lamberto Ausili, vecchia conoscenza già ai tempi di Long Drink, sono già state revocate e da più di due anni. La Acs e la High T.Tech, entrambe srl, sono state revocate il 22 marzo 2010; la Best, la Demetra Line e Plc, sempre srl, il 12 luglio 2010; la Sat Elettronica srl il 19 luglio 2010. Ora le indagini italiane si concentrano sui grandi distributori che acquistavano a prezzi scontati, per effetto della frode, i prodotti elettronici, di telefonia ed elettrodomestici. Bisogna stabilire se fossero consapevoli o meno. A San Marino, viste le società coinvolte e le persone indagate, non è esclusa l'apertura di un apposito fascicolo penale. Intanto l'ordine dei dottori commercialisti di Rimini puntualizza che una delle persone finite in manette, indicate dagli stessi inquirenti come ragioniere commercialista, non risulta iscritto all'apposito albo.

Operazione Machiavelli. A San Marino ancora non totalmente evasa la rogatoria

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