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Ordinanza arresto Gatti: Valeria Ciavatta da Capitano Reggente si oppose all'onorificenza a Giuseppe Roberti

22 ott 2015
Giuseppe RobertiArresto Gatti: Valeria Ciavatta si oppose all'onorificenza a Roberti
Arresto Gatti: Valeria Ciavatta si oppose all'onorificenza a Roberti - Nelle carte giudiziarie, focus su figura e ruolo del faccendiere con attitudine da guru
E' considerato l'uomo delle trame Giuseppe Roberti, uno di quegli “oscuri personaggi esterni – così lo descrive la magistratura – che hanno rimpinguato generosamente le tasche di professionisti e politici nostrani senza scrupoli”. Tutto ciò grazie ad “una continua millanteria di fumosi collegamenti italiani che avrebbero salvaguardato i partiti tradizionali da ogni possibile competizione elettorale”. Inizialmente agì quale referente di Gabriele Gatti, introducendogli Gianluca Bruscoli (ex Fin Project) al momento della costituzione di Bcs e relativa richiesta di tangente, ma col tempo riuscì ad allargare il campo diventando una sorta di mentore di molti altri esponenti democristiani e non solo, nel settore bancario e imprenditoriale. “Collettore di tangenti”, la definizione che per i giudici più gli si addice, “Roberti era quello che decideva e gli altri si adeguavano” - parole di Fiorenzo Stolfi. A mutare nel corso degli anni non sono stati i metodi ma i politici serviti a Roberti, metodi illeciti che - in base all'ordinanza – il faccendiere avrebbe mutuato dallo stesso Gatti vista l'alta redditività garantita. Nonostante l'attitudine da guru su cui riuscì a costruire il suo personaggio, Roberti non era visto di buon occhio da tutto il panorama politico di allora. Semestre ottobre 2003 – aprile 2004: Valeria Ciavatta, Capitano Reggente, si oppose ad esempio alla consegna di una onorificenza all'ex consigliere comunale di Montefiore Conca; un rifiuto vissuto come un'ingerenza, un affronto superato – riporta l'ordinanza – grazie all'intercessione di Stolfi. E' dunque in generale il connubio politica–affari ad alimentare il contesto ambientale di quegli anni, “un esercizio generalizzato del potere – osservano i magistrati – progressivamente esteso ad ogni apparato pubblico e settore dell'economia”. E Gatti, “grazie alla sua straordinaria longevità politica” è per gli inquirenti “l'espressione di questo sistema”. Intanto prende le distanze dall'ex uomo di punta della Dc anche Romano Prodi che, in risposta ad un articolo pubblicato su “Libero”, sottolinea: “Non ho mai avuto alcun rapporto politico speciale con Gatti”. Il Professore precisa che finito il suo ruolo istituzionale non ha più avuto alcuna relazione con l'ex politico sammarinese.

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