Pantani, la Procura di Forlì - Cesena: per ora l'ombra della camorra sulla morte del Pirata è soltanto un'ipotesi
Qualora dovesse emergere un reale, e allo stato soltanto ipotizzabile più giornalisticamente che giuridicamente, intervento della camorra sulla vicenda di Marco Pantani l'inchiesta, di diritto, dovrebbe spettare alla direzione distrettuale antimafia, la Dda di Bologna, che allo stato invece risulta essere non coinvolta sul caso. E' quanto filtra da ambienti vicini alla Procura di Forlì-Cesena, che da qualche settimana ha riaperto il caso sulla presunta macchinazione ai danni del Pirata per farlo squalificare dal giro e per le minacce che avrebbe ricevuto. L'indagine è stata riaperta, come emerse ai primi di ottobre, sull'ipotesi già archiviata dalla magistratura di Trento, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Il nuovo fascicolo ha preso il via su sollecitazione del legale della famiglia Pantani, l'avv.Antonio De Rensis, che ha portato anche a Forlì, dopo aver fatto riaprire l'inchiesta a Rimini sulla morte di Pantani come omicidio volontario, anziché come morte per abuso di cocaina, nuovi elementi ritenuti probanti dell'ipotesi del complotto. I titolari del nuovo fascicolo, il procuratore Sergio Sottani e la sostituta Lucia Spirito, nel più fitto riserbo hanno già sentito alcune persone informate sui fatti: la stessa mamma del ciclista, Tonina Belletti, e il cronista Davide De Zan, mentre non è stato sentito Renato Vallanzasca, il boss della malavita sulle cui affermazioni, confluite in una lettera alla donna e in un'autobiografia ma sulle quali non ebbe nulla da dire con il Pm di Trento Bruno Giardina, che infatti archiviò. Secondo logica giudiziaria, il bel Renè dovrebbe dunque essere sentito a sua volta. A quel poco che filtra da ambienti vicini alla Procura, l'ipotesi del coinvolgimento della camorra avrebbe al momento solo spunti di ipotesi investigativa ma non ancora giuridica. Nel fascicolo non ci sarebbero cioè elementi certi che, se ci fossero stati, avrebbero portato al trasferimento degli atti dalla procura ordinaria, che può indagare sulle associazioni per delinquere semplice e sulle minacce, alla Dda, competente sulle associazioni di stampo mafioso. Allo stato, cioè, la camorra è solo un elemento di forte suggestione, ma del tutto da dimostrare. Decisivo potrebbe essere un impulso di Vallanzasca, se dovesse cambiare atteggiamento rispetto a Trento. In questo caso a quella forlivese potrebbe affiancarsi ad una inchiesta dell'antimafia
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