Associazione a delinquere finalizzata a commettere reati transazionali di riciclaggio ed esercizio abusivo dell'attività finanziaria e di intermediazione finanziaria. Riciclaggio transnazionale aggravato. Questi i 2 capi di imputazione di cui devono rispondere il Conte Enrico Maria Pasquini e gli altri 6 imputati del procedimento penale sul caso Smi-Amphora. Dichiarata la prescrizione, invece, per il capo di imputazione relativo all'esercizio abusivo di attività finanziaria. Dopo il rinvio a giudizio degli indagati, disposto martedì dal GUP di Padova, si è chiusa dunque la fase preliminare del processo. Al via, il 14 novembre, quella dibattimentale. L'inchiesta – iniziata nel 2007 dalla Procura di Roma - era approdata al Tribunale della città veneta lo scorso anno, dopo l'accoglimento di una eccezione di incompetenza territoriale presentata dai difensori di Pasquini. Soddisfatto il legale delle 30 parti civili, che richiedono un risarcimento danni di circa 5 milioni di euro. “Queste famiglie – afferma l'avvocato Giampiero Veronesi – dopo tanti anni hanno trovato un viatico giuridico per riavere i propri denari”. Allettati da tassi di interesse vantaggiosi, i danneggiati – a quanto pare – avrebbero affidato i propri risparmi a Pasquini, all'epoca Presidente del gruppo San Marino Investimenti, per poi perdere tutto. Sul Titano l'ex Ambasciatore è stato condannato nel 2016, in appello, ad 1 anno e 6 mesi – pena sospesa – per la classificazione come crediti ad incaglio di finanziamenti erogati a favore di società estere.
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