Passaportopoli: il difensore di Podeschi bacchetta i "leoni da tastiera che spadroneggiano sui social"
“Non si pensi di attribuire al solo Claudio Podeschi, come furbescamente si sta tentando di fare in queste ore, l'ideazione o la gestione della cosiddetta “passaportopoli””. Lo scrive in una nota l'avvocato Stefano Pagliai, difensore dell'ex segretario di stato, precisando che “i nomi “sponsorizzati” per la nomina diplomatica da Claudio Podeschi in quegli anni – su centinaia incaricati – si contano sulle dita di una mano”.”L’unica nomina diplomatica oggetto dell’accusa mossa nei confronti di Claudio Podeschi – afferma l'avvocato - è quella di Phua Wei Seng. Gli Inquirenti ritengono – con valutazioni già contenute in precedenti provvedimenti – che il sistema di rilascio delle nomine fosse caratterizzato, in maniera generalizzata, da “sinecura diplomatica e trascuratezza dei controlli”. Era, infatti, uso – prosegue Pagliai - che l’incarico avvenisse su proposta dei singoli congressisti con la successiva istruttoria demandata alla Segreteria agli Affari Esteri e la nomina finale conferita collegialmente dal Congresso di Stato. Se quel sistema viene oggi ritenuto non più corretto lo si faccia pure e lo si affronti con le dovute valutazioni in sede politica”. Pagliai ha ritenuto di fare la precisazione, dinnanzi, alle amplificazioni ad opera di alcuni – anche autorevoli – leoni da tastiera che spadroneggiano sui social network.
l.s.
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