Presunta truffa: ingannato da trader fasulli perde 19.500 euro. Il procedimento torna in istruttoria
Giornata di udienze in Tribunale. Davanti al Giudice Morsiani anche un processo per ostacolo alle funzioni dell'Agenzia di Informazione Finanziaria
Quasi 20.000 euro “bruciati” in un batter d'occhio; il prezzo di un'illusione: poter ottenere margini fuori mercato dal trading online, affidandosi a persone mai viste. Stando agli inquirenti la vittima – che ha rinunciato alla costituzione parte civile – era stata contattata telefonicamente e tramite mail da sedicenti consulenti finanziari. Si sarebbero presentati con nomi verosimilmente di fantasia; proponendo investimenti con interessi circa del 5%. Fatale, per il malcapitato, la consegna delle chiavi d'accesso all'home banking. In pochi giorni dal suo conto corrente – presso una banca sammarinese – sarebbero spariti 19.500 euro. Bonifici con destinazione Lituania; in favore di una società riconducibile a quanto pare ad una 49enne rumena residente a Cipro. Unica imputata di questo processo per truffa. Di lei ovviamente nessuna traccia. Sarebbe emersa anche la figura di un suo connazionale. Dopo la richiesta del PF, il Commissario della Legge ha infine deciso di rimettere gli atti in istruttoria; anche per scoprire chi davvero si celi dietro nomi presumibilmente fasulli. Un giro vorticoso di persone, nazionalità; e un'unica certezza: mai fidarsi; specie quando vengono prospettati guadagni facili.
Davanti al Giudice Morsiani anche un procedimento per ostacolo alle funzioni dell'Agenzia di Informazione Finanziaria. Alla sbarra un italiano incensurato: amministratore di una casa d'asta sammarinese. Nel corso di un'ispezione, e dopo vari solleciti, avrebbe fornito una documentazione incompleta. Alcuni documenti sarebbero stati inoltre ritenuti dall'AIF falsi; altri inaffidabili. La Difesa ha oggi depositato fatture degli acquisti. Sono una persona onesta, ha dichiarato l'imputato; sostenendo di avere avuto all'epoca la percezione di essere sottoposto ad una indagine di polizia. Da qui errori ed imprecisioni, determinate dall'ansia. In questa vicenda non si parla di riciclaggio – ha precisato dal canto suo la Procura del Fisco -, ma del mancato adempimento alle richieste dell'Agenzia. Infine la condanna a 6 mesi di prigionia, pena sospesa. Ma in caso di appello potrebbe intervenire la prescrizione; e ciò a prescindere dalle differenti vedute, riscontrate nelle conclusioni, riguardanti il “tempus commissi delicti”.
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