Presunta truffa mancata dopo incendio all'Admiral: dichiarata l'intervenuta prescrizione per l'imputata
Si chiude con una sentenza di non luogo a procedere il I grado del processo. In mattinata anche l'epilogo di un procedimento dove erano contestati furto e ricettazione
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L'imputata era legale rappresentante di un outlet di abbigliamento danneggiato dalle fiamme che nel 2018 avvilupparono l'Admiral di Dogana. Venne sostanzialmente accusata di avere “gonfiato” le stime della merce andata distrutta. Ne risultò – pare - un'indicazione di indennizzo di quasi 570.000 euro, ritenuta abnorme dagli inquirenti. Da qui l'accusa di truffa; mancata, perché l'assicurazione non pagò.
Questa mattina le conclusioni. “Nettissimo” il dolo, per la Parte Civile; che ha chiesto un risarcimento di 50.000 euro, con una provvisionale di 25.000. Riferimenti anche alla contabilità, ritenuta “macroscopicamente” difforme. Da qui l'importanza delle perizie. Ma quelle degli stessi consulenti dell'assicurazione non avrebbero avuto esito univoco. Su una, in particolare, la PF non ha nascosto perplessità; sostenendo piuttosto come da quanto emerso in Aula l'azienda presentasse sofferenze, e fosse stato indicato un numero “spropositato” di capi, in relazione alla planimetria. Chiesti 2 anni di prigionia.
Articolata l'arringa della Difesa; posto l'accento fra l'altro sulla testimonianza di una persona che dichiarò di aver visto il negozio pieno di merce. Si è inoltre ricordato come in caso di misfatto mancato la pena possa essere diminuita di un grado; con conseguente estinzione del reato nel caso di specie. Il Giudice Elisa Beccari ha infine deciso in questo senso; ravvisando l'intervenuta prescrizione.
In contemporanea un processo-lampo di fronte al Commissario della Legge Vico Valentini. Imputati per furto 2 albanesi – accusati di aver rubato nel 2019 superalcolici ed altri prodotti da esercizi commerciali -; e per ricettazione un sammarinese, titolare di un minimarket, che acquistò la merce. Della cui provenienza illecita - secondo la Procura del Fisco - era ben consapevole. Di tutt'altro avviso la Difesa; che avrebbe ipotizzato al massimo un'eventuale negligenza.
Le relative argomentazioni non hanno convinto il Giudice, che ha condannato l'uomo a 6 mesi; rilevando invece la prescrizione per gli altri due imputati.
Al via in precedenza un processo nei confronti di un broker finanziario, dipendente di una società italiana, che avrebbe proposto ad alcuni sammarinesi investimenti in titoli, ma con prospetti per così dire autoprodotti. Il denaro non sarebbe dunque passato per la società di intermediazione, ma utilizzato direttamente dall'imputato. Dunque l'accusa di truffa, per somme – pare - intorno ai 50.000 euro. Due persone si sono costituite parte civile; pare avessero chiesto di disinvestire alcune somme, accorgendosi a quel punto del presunto raggiro. La Difesa ha eccepito il ne bis in idem, rilevando un intervenuto patteggiamento a Forlì. Istanza respinta, però. Si riprenderà il 4 marzo.
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