TRIBUNALE

Presunto “mobbing” a Banca Centrale: PF prospetta la prescrizione per 4 dei 5 imputati

Processo in dirittura d'arrivo. Oggi le conclusioni di parti civili e Procura del Fisco, che ha chiesto una condanna a 2 anni e 2 mesi per l'ex Direttore di BCSM Roberto Moretti. Sentenza il 28 novembre

Determinante il fattore tempo. Nella precedente udienza un'avvisaglia; che parrebbe corroborata dalla requisitoria odierna della Procura del Fisco. Ha rimarcato infatti come il termine di prescrizione sia spirato già da un mese per 4 dei 5 imputati. Gli ex di BCSM Savorelli, Siotto e Sommella; oltre a Francesco Confuorti: ispiratore morale – secondo l'Accusa - di scelte che avrebbero avvantaggiato il CIS.

Rischia dunque di restare con il “cerino in mano”, come si suol dire, Roberto Moretti: “successore” di Savorelli alla direzione di Via del Voltone. Chiesta per lui una condanna a 2 anni e 2 mesi. E ciò qualora l'oggetto del contendere – ovvero il presunto mobbing”, nei confronti di dipendenti ritenuti scomodi – sia inquadrato dal Giudice Saldarelli nella fattispecie dell'interesse privato in atti d'ufficio. Già prescritto, invece – è stato detto -, l'eventuale abuso di autorità. In realtà, per tutti, erano addirittura 3 i reati contestati in alternativa; anche la violenza privata.

Esclusa, però, dalla PF Ugolini; che per il resto ha dichiarato come il ruolo di Moretti fosse quello di “portare a termine quanto iniziato” dagli altri imputati. Dure, le parti civili. C'è chi ha parlato di trasferimenti interni senza una logica; se non quella di fermare i controlli al CIS, abortire il progetto Centrale rischi, fare in modo che il nome di Confuorti non risultasse nella lista dei grandi debitori. Citate la vicenda Ali Turki, il “caso Titoli”.

Il team legale dei dipendenti ha definito questo processo non a caso “un altro tassello di un percorso appropriativo più ampio”. Per poi invocare il risarcimento dei danni, con tanto di provvisionale. Condanne in solido sollecitate anche dall'avvocato di BCSM, che ha quantificato il danno emergente in circa 1 milione e mezzo di euro.

Considerati infatti gli stipendi percepiti da Savorelli, Siotto, Sommella e Moretti; l'ammontare dei risarcimenti riconosciuti a due alti funzionari in precedenza estromessi; il differenziale tra la retribuzione riconosciuta ai dipendenti demansionati e il ruolo effettivamente svolto. Quanto all'Eccellentissima Camera si è soffermata sul danno reputazionale; e le ripercussioni a “livello sistemico”, specie con Bankitalia.

Il 28 novembre – prima della sentenza - toccherà alle Difese; che hanno sempre respinto le accuse, prospettando piuttosto un progetto di riorganizzazione interna. Questo riguardo al merito; ma un fattore chiave – come si diceva – è anche il calcolo delle tempistiche della prescrizione, al vaglio del Commissario della Legge.

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