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La prima settimana del processo Mazzini: grande sicurezza mostrata dal giudice

23 ott 2015
La prima settimana del processo Mazzini: grande sicurezza mostrata dal giudiceLa prima settimana del processo Mazzini: grande sicurezza mostrata dal giudice
La prima settimana del processo Mazzini: grande sicurezza mostrata dal giudice - Conclusa la prima settimana di udienze del maxi processo Mazzini che, se andrà avanti, durerà almeno...
Conclusa la prima settimana di udienze del maxi processo Mazzini che, se andrà avanti, durerà almeno due anni. Finora il clima in aula è rimasto tranquillo, grazie anche alla sicurezza finora mostrata dal giudice Gilberto Felici.

Classe 1972, in forza al tribunale di San Marino da 12 anni, il primo commissario della legge sammarinese, come sottolineò con orgoglio nel 2003 l'allora Segretario di Stato alla Giustizia, ha iniziato col civile, poi nel primo processo penale di grande impatto mediatico che gli è stato affidato in corso d'opera, il processo Biagioli, ha subìto ben sei ricusazioni e dev'essere stata una bella palestra per lui.
Oggi Gilberto Felici si trova a presiedere il processo, finora, forse più importante della storia sammarinese, quello che vede alla sbarra 21 persone fisiche tra cui 8 ex Segretari di Stato, accusati di aver dato vita ad una sorta di tangentopoli del Titano. Associazione per delinquere e riciclaggio, questi i principali capi d'imputazione di cui, a vario titolo, sono chiamati a rispondere i protagonisti. E a giudicarli è proprio un sammarinese. Che in queste prime quattro udienze ha mostrato aplomb e sicurezza invidiabili, nonostante l'indiscutibile delicatezza dell'evento: ma l'ha trasmessa anche agli imputati e agli avvocati.
Finora infatti non si sono registrati scossoni o liti, le difese sono sì agguerrite perché la posta in palio è altissima: sotto accusa, come qualcuno ha già sottolineato, c'è un intero sistema ed epoca politica, ma del tutto rispettose dei ruoli.
Ora la pausa, che alcuni ipotizzano potrebbe essere anche di un mese: perché serve tempo per trascrivere tutte le istanze sollevate dalle difese, che puntano a non far celebrare il procedimento, poi il giudice ha promesso un congruo termine per dar modo alle parti di scrivere proprie memorie: non è escluso che a quel punto possa essere fissata una nuova udienza per esporle e discuterne con le difese, che vorranno replicare e controreplicare. Insomma, tempi lunghi per tutto, ma era inevitabile, considerati i 27 imputati totali (ci sono anche 6 persone giuridiche), altrettanti avvocati, e i 28 capi d'imputazione. Ma c'è pericolo di prescrizione? Per i principali capi d'imputazione parrebbe di no, ma spetterà al giudice pronunciarsi, così come su un altro rilievo molto spesso sollevato dalle difese, ossia sulla genericità e indeterminatezza dei capi d'accusa, oltre che sulla violazione del diritto di difesa, definita dagli avvocati “sistematica”.
Stesso dicasi per le centinaia di testimoni che le difese vorrebbero veder sfilare in aula, tra i quali mezzo governo attuale, consiglieri di oggi e di ieri, ex vertici della Gendarmeria e di Banca centrale. Insomma sono tante le responsabilità che il giudice dovrà prendersi. Un processo, quello sul conto Mazzini, annunciato con gran clamore, visti gli arresti eccellenti dei mesi prima, e il primo giorno effettivamente seguito anche da comuni cittadini, anche se i 60 posti messi a disposizione del pubblico erano ben lungi dall'essere esauriti. E, nei giorni seguenti, sempre meno, una manciata al massimo. Pensare che è solo l'inizio.

Francesca Biliotti

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