“Processo badanti”: sentite tre testimoni dal Giudice Santoni; incalzanti le Difese

Nuovo step del procedimento sul presunto “racket”. Questa mattina la versione dei fatti di 3 assistenti dell'est Europa

“Processo badanti”: sentite tre testimoni dal Giudice Santoni; incalzanti le Difese.

Ormai sbiadito, il ricordo di questa vicenda. Che pure ebbe un impatto profondo, all'epoca, essendo stata paventata l'ipotesi – ancora tutta da dimostrare - di una sorta di “caporalato” in Ospedale. D'obbligo, dunque, l'utilizzo del condizionale nella cronaca di questo procedimento. I cui tempi dilatati avrebbero contribuito a smorzarne l'eco mediatica. Al centro, oggi, le dichiarazioni di una collaboratrice ucraina. Testimonianza assistita, avendo a quanto pare già ricevuto un decreto penale di condanna per diffamazione.

Davanti al Giudice Santoni si è soffermata sul rapporto con la 51enne russa ritenuta dagli inquirenti a capo della presunta gestione clandestina delle badanti. La teste ha detto di essere stata chiamata una ventina di volte; ricevendo spesso un compenso inferiore rispetto al previsto, con la motivazione che fossero le famiglie dei degenti a pagare meno. Ha ricordato allora come in un'occasione avesse annunciato l'intenzione di chiedere spiegazioni direttamente ai committenti, ricevendo a quel punto tutto il dovuto.

Tanti, però, i “non ricordo”; ad esempio sull'utilizzo di parole quali “sistema”. Incalzante la Difesa della 51enne, che ha contestato l'attendibilità della teste parlando di versioni contrastanti con le verbalizzazioni precedenti. E' stato poi chiesto conto della genesi di un'istanza – recante la firma della donna ucraina e di altre due assistenti – nella quale si chiedeva un'audizione dal Giudice Inquirente. Il legale ha infine chiesto la trasmissione degli atti per “testimonianza reticente”. Pare non secondario, tuttavia, in questo dibattimento, l'elemento linguistico. Quando si è cercato di approfondire l'eventuale legame con il comitato civico “Rispetto”, ad esempio, la testimone ha rivelato di non conoscere il significato della parola “comitato”.

Sentite anche altre due badanti dell'est Europa. Una di queste aveva dichiarato di aver sentito da una collega come una delle coimputate – di origine rumena – fosse solita somministrare sonniferi agli assistiti. Ma ero una nuova arrivata, ha premesso; “cose sentite dire”, ma non viste direttamente”. Ha poi ricordato di essersi recata in Gendarmeria, per riferire quanto sapeva, su consiglio di una delle sammarinesi che sollevarono il caso. Ha ammesso di aver parlato con lei anche prima dell'udienza odierna, essendovi un rapporto di amicizia. In alcune domande delle Difese, nel corso dell'udienza, è parso leggersi il sospetto di una sorta di eterodirezione. Processo aggiornato; si proseguirà con nuove testimonianze.

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