Processo Buriani-Celli, confronto su cosa tenere nel fascicolo dopo la sentenza di Terza Istanza
Il ricorso in terza istanza della difesa di Alberto Buriani delimita il perimetro dell'udienza nel processo che lo vede imputato insieme all'ex Segretario alle Finanze ed ai giornalisti de "L'Informazione"
Potente, come prevedibile, l'impatto della sentenza del Giudice di Terza Istanza Oliviero Mazza sul processo, nel filone a a carico dell'ex Segretario di Stato alle Finanze Simone Celli e e al commissario della Legge Alberto Buriani. Il procedimento, avviato sulla scorta di una denuncia della Commissione d'Inchiesta su Banca Cis in relazione alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto la Presidente di Banca Centrale Catia Tomasetti - costituitasi parte civile ed il noto politico italiano Sandro Gozi, per un consulenza a favore di quest'ultimo che si è conclusa con una archiviazione, si è confrontato in questa udienza con una sentenza che dispone l'inutilizzabilità di prove sequestrate senza individuazione di un periodo temporale e senza l'uso di parole chiave.
Nel rilevare come il provvedimento abbia delimitato il perimetro dell'udienza, Parti Civili, Procura Fiscale e difese si sono confrontate sostanzialmente su cosa possa essere tenuto e cosa debba essere eliminato dal fascicolo. Da non toccare, per le parti civili, l'acquisizione della registrazione della telefonata con Gianfilippo Dughera, come priova della presunta parzialità di Alberto Buriani. Ma insieme alle difese è lo stesso Procuratore del Fisco a ricordare la perentorietà di una sentenza da rispettare: quindi restituzione integrale dei file informatici. Il giudice si è riservato la decisione.
Tra le eccezioni preliminare gli avvocati di Celli e Buriani hanno chiesto che si tenga conto esclusivamente della deposizione che, come testimoni, Catia Tomasetti e Sandro Gozi terranno nel corso de processo, ritenendo inutilizzabili quelle rese a giugno e luglio dalla presidente BCSM e dal noto politico italiano. Il processo, nel quale sono imputati anche Carlo Filippini e Antonio Fabbri, direttore e redattore del quotidiano L'Informazione, accusati di pubblicazione di atti segreti inerenti procedimento penale, è aggiornato al 26 ottobre.
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