Processo cantieri: in aula la prima deposizione di Livio Bacciocchi
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"Aiutino per non avere problemi nei cantieri"
Processo tangenti, l'imputato Marco Mini racconta come avvenivano i pagamenti per i funzionari pubblici
"Nessuno parlava di tangenti, ma di consulenze o "aiutino per non avere grossi problemi sui cantieri"". Così Marco Mini, uno degli imputati nel processo sulle presunte tangenti versate per evitare controlli del Sia nei cantieri edili, ha raccontato nella nuova udienza in che modo avvenivano i pagamenti in busta, a suo dire, per i due funzionari pubblici Paolo Berardi e Davide Mularoni, a loro volta imputati. Mini, già amministratore della Investimenti Immobiliari, una delle società della cosiddetta "galassia Bacciocchi", ha raccontato in aula davanti al commissario Buriani, incalzato dalle domande del Procuratore del Fisco Cesarini, che aveva saputo la prima volta dall'avvocato Livio Bacciocchi cosa doveva fare, ossia consegnare buste con denaro per "consulenze", così venivano chiamate. Dopo Bacciocchi, era stato l'avvocato Proietti a dirglielo, quest'ultimo ancora una volta assente al processo. L'appuntamento venne preso telefonicamente poi si videro al bar Gusto di Fiorina. In quella circostanza i due funzionari, secondo Mini, dissero che si trattava di consulenze per avere i cantieri a posto, "anche se poi veniamo per i controlli poi mettiamo le cose a posto", aggiungevano. Mini ha riferito di veri e propri tariffari, 2-300 euro per ogni azienda piccola, fino a 500 per le più grandi, al mese. Si pagava ogni due mesi, le consegne avvenivano anche nei cantieri stessi, in angoli appartati, o in auto davanti ai bar. Anche per far vedere che si recavano sui cantieri, in realtà venivano a ritirare i soldi. Poi tutto si bloccò, ha terminato Mini, le ditte si fermarono, i cantieri pure, erano finiti i fondi, e gli operai furono messi tutti in cassa integrazione. Nel controinterrogatorio, l'avvocato di Bacciocchi, Simone Sabattini, ha ricordato che Mini ha altre questioni aperte nei confronti dell'avvocato e notaio, altri procedimenti, e che tentò di fargli firmare documenti che l'avrebbero tenuto fuori dai problemi. "Anche perché - ha concluso Mini - le cariche di amministratore erano solo sulla carta, visto che nella realtà non decidevamo niente".
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