Processo Celli e Buriani, udienza fiume, ascoltato l'ex Segretario agli Esteri Renzi
Il processo all'ex Segretario di Stato alle Finanze e al commissario della Legge Alberto Buriani ha preso avvio sulla scorta di una denuncia della commissione d'Inchiesta su Banca Cis e nella sua testimonianza di Nicola Renzi, all'epoca della risoluzione della banca Segretario Esteri e Giustizia e membro del CCR, ha richiamato la tensione degli anni segnati dalle crisi bancarie, le preoccupazioni del Fondo Monetario, il clima politico avvelenato a colpi di ordinanze in cui si consumò la frattura definitiva all'interno della maggioranza.
In questo quadro i rapporti con la Presidente di BCSM Catia Tomasetti, parte civile in questo processo, si deteriorarono. Mancanza di assunzione di responsabilità, secondo Renzi, il fatto che BCSM avesse concesso linee di finanziamento a Banca Cis chiedendo però ratifica al CCR, che negò per voce sola; di trasparenza, dal momento che dopo il commissariamento della banca da via del Voltone calò il silenzio e la Presidente bollò come irricevibile la lettera con la quale il Congresso sollecitava informazioni.
Soprattutto, si è rammaricato Nicola Renzi, non venne preso da BCSM in considerazione altro, se non la risoluzione della banca, visto che venne perso molto tempo per sondare la solidità di possibili investitori, come la società lussemburghese Stratos. Una situazione che precipitò quando la Tomasetti venne raggiunta dalla famosa comunicazione giudiziaria: in un incontro con i Segretari, favorito dai Capitani Reggenti, la Tomasetti parlò della sua sfiducia nei confronti del commissario Buriani, e di una rete di sue relazioni: riferì di un incontro che ebbe con il Generale Luciano Carta dell'Aise e con membri della commissione parlamentare antimafia, di variate assegnazioni all'interno del tribunale a livello di titolarità di indagini “cose che nemmeno io- ha detto l'ex Segretario alla Giustizia - ero a conoscenza".
Di queste relazioni non parlò nemmeno mesi prima quando, altro episodio inedito, venne raggiunta da un telefonata di Renzi che l'avvertiva del coinvolgimento in una indagine italiana dell'ex vice direttore Ucci “Mi rispose- ha detto Renzi- che se avesse messo piede a San Marino sarebbe stata arrestata”. Secondo Renzi, Simone Celli tentò sempre di mediare, anche dopo le sue dimissioni da Segretario alle Finanze. In merito alla trasferta alla Leopolda, circostanza che dovrebbe provare la violazione del segreto istruttorio in capo al Commissario della legge e la falsa testimonianza, dato che Celli avrebbe negato che in quell’occasione avesse prospettato a Gozi quanto contestato nell’accusa, sentito l'allora consigliere Fabrizio Perotto che ha spiegato di non avere visto nessuno della delegazione sammarinese parlare con Gozi.
Sulla cena tra Sandro Gozi e Marino Grandoni a Roma dell'ottobre del 2018, infine, è stato ascoltato l'onorevole Sergio Pizzolante, che non conosceva Grandoni ma che l'aveva organizzata su richiesta di un amico comune. L'imprenditore sammarinese riferì in quella occasione all'allora consulente di BCSM Gozi il timore di pregiudizi nei suoi confronti. “Se ci fossero non sarei qui” lo avrebbe rassicurato, nell'ambito di un incontro definito da Pizzolante cordiale. Successivamente tuttavia Gozi lo informò che avrebbe presentato un esposto alla Procura di Roma, e che lo avrebbe citato.
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