Processo “Conto Mazzini”: il 10 ottobre la prima udienza dell'appello
Fu definito, in Repubblica, il “processo del secolo”. La vicenda giudiziaria conosciuta come “Conto Mazzini” approda al secondo grado.
“E' stato solo il primo tempo”, avevano dichiarato – in gergo calcistico - alcuni legali degli imputati, dopo che il 29 giugno del 2017 venne letto il dispositivo. Quella sentenza provocò comunque un terremoto in Repubblica, perché tra i condannati vi erano ben 8 ex Segretari di Stato, ritenuti colpevoli - a vario titolo - di riciclaggio e associazione a delinquere con imprenditori, professionisti e banchieri.
Ci si appresta ora a disputare il “secondo tempo” del processo; quello decisivo: l'appello.
La prima udienza, pubblica, è stata fissata il 10 ottobre: in anticipo – a quanto pare – rispetto alle previsioni degli avvocati.
Davanti al Giudice Caprioli sono chiamati a comparire i 16 appellanti, assistiti dai relativi team legali.
In primo grado la condanna più pesante, 9 anni e mezzo, fu inflitta a Gian Luca Bruscoli, di Finproject. 9 anni a Giuseppe Roberti: definito il “Rasputin di Montefiore”.
Ma a scuotere l'opinione pubblica furono soprattutto le pene irrogate a politici che per anni ebbero un ruolo centrale nella vita del Paese. 7 anni e mezzo a Fiorenzo Stolfi; 8 anni a Claudio Podeschi, che peraltro è attualmente alla sbarra, insieme ad altri, anche nel cosiddetto Podeschi bis, relativo alla presunta corruzione per l'ottenimento di incarichi diplomatici e la realizzazione di un hotel a 7 stelle. Si riprenderà proprio ad ottobre.
Niente di paragonabile, comunque, alla complessità del “Conto Mazzini”, nel quale confluirono 9 procedimenti. Dal caso Finproject, a Banca Commerciale; e poi operazioni immobiliari, licenze bancarie, telecomunicazioni.
Salvo casi eccezionali il processo di secondo grado non prevede l'escussione di testimoni, ma è verosimile che le udienze siano più di una, visto il numero di imputati. La Procura del Fisco non aveva proposto appello, per cui il Giudice Caprioli non potrà riformare la sentenza di primo grado irrogando pene maggiori.
Qualora, tuttavia, dovessero essere confermate, e diventare quindi definitive, si proporrebbe un problema di spazi nel carcere di San Marino. Secondo alcuni il rischio della prescrizione sarebbe concreto per i capi di imputazione minori, ma non per le accuse di riciclaggio ed associazione a delinquere; sempre che il “tempus commissi delicti” - ovvero il periodo in cui è stato consumato il reato – resti quello accertato in primo grado; sul punto – tuttavia – le Difese potrebbero dare battaglia.