Processo dipendente Ufficio Filatelico, emerge gestione discutibile di conti e controlli

Il caso è quello ormai noto della dipendente addetta all'ufficio vendita presso l'Azienda autonoma di Stato filatelica e numismatica, che secondo l'accusa si sarebbe appropriata di denaro e di materiale.
Per l'accusa Laura Beccari, oggi presente in aula, avrebbe distratto più di 64 mila euro, tra valori filatelici e numismatici. Un ammanco che venne alla luce poco dopo il pensionamento della donna, nell'ottobre del 2013.
Sulla responsabilità o meno della dipendente deciderà il commissario della Legge Roberto Battaglino, che il 19 ottobre prossimo finirà di ascoltare i colleghi dell'imputata.
Ciò che è emerso oggi basta comunque per farsi una idea della metodologia dei controlli utilizzata all'epoca dei fatti, tra il 2011 ed il 2013. A cominciare dalla cadenza, che doveva per legge essere effettuata ogni 4 mesi e che invece avveniva una volta all'anno. E' emerso inoltre che al magazzino Beccari potevano accedere tre colleghe di uno 'sportello volante', che la sostituivano nel fine settimana in piazzetta Garibaldi.
Prassi questa che costò un richiamo verbale alla Beccari da parte del direttore di allora, ma nessun provvedimento disciplinare. Una gestione discutibile insomma, che oggi ha visto in aula testimonianze discordanti che hanno dato la dimensione della leggerezza di controlli e gestioni di bolle di carico, passaggi interni e registrazioni sui conti delle sportelliste, attraverso i quali passavano anche i francobolli con i quali il direttore voleva omaggiare personalità.
A movimentare l'udienza, la busta del mistero: secondo una collega della Beccari conteneva 1.600 euro, eccedenza dello 'sportello volante' che venne consegnato in una busta bianca, senza nemmeno una firma a garanzia, all'amministrazione. Cosa che la responsabile dell'ufficio ha negato. Così la busta in questione è stata portata in aula. Nessuna traccia dei soldi, solo valori che la Procura Fiscale ha chiesto di acquisire per quantificare. Erano rimasti per quattro anni lì, 'dimenticati' in un cassetto della scrivania dell'ufficio amministrativo. Una vicenda questa che forse incide poco sul processo in sé, ma che la dice lunga sulla leggerezza della gestione di conti e controlli dei beni di allora.
sb

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